19 Febbraio 2017
I concerti italiani dei Radiohead si stanno avvicinando, e avendo deciso di tornare a Firenze, dove li avevo visti nel lontano 2003, sto riprendendo un po’ tutto il loro catalogo, soffermandomi soprattutto sulle canzoni minori, che più che altro sono quelle a cui per motivi apparentemente incomprensibili ho dato meno chance negli anni. Io, che i Radiohead li conosco dai tempi del video di Creep in rotazione su VideoMusic e che usavo Kid A come sottofondo mentre preparavo gli esami del mio primo anno universitario, quando molti ne prendevano le distanze perché “dove sono finite le chitarre”, credo di amare Thom Yorke e soci più oggi che mai.
Ed è proprio sull’uomo, artista, amico di tante serate in solitudine e di viaggi in auto verso il posto di lavoro, e verso casa dopo giornate di stress e tensione, che ho riflettuto a lungo negli ultimi tempi. Perché qualcosa è successo, e non so bene se e come interpretarlo.
La morte di Rachel Owen, sua silenziosa moglie dal 1992 e musa ispiratrice di tante delle sue canzoni (perché True Love Waits non è certo l’unica), ci ha commossi e coinvolti tutti, noi fan storici (e da qui si può passare al plurale maiestatico). In quanti siamo andati a riascoltare A Moon Shaped Pool in funzione della malattia che l’ha stroncata, e non più solo della dolorosa separazione di cui di fatto ancora oggi non sappiamo niente. Non ci spetta sapere, non ci dovrebbe riguardare, ma in qualche modo sentiamo che ci riguarda. Perché si erano separati? Quando è successo, prima o durante la malattia? Come è andata veramente?
Intendiamoci, non è voglia di gossip questa, ma bisogno di allacciare la vicenda alle canzoni, di conoscere la verità perché i Radiohead sono verità e non finzione o mero intrattenimento per noi. Perché appunto, è una questione di cuore, di ricordi, di vita. Non è differente dal voler conoscere più a fondo la vita di autori e poeti preferiti. Thom Yorke non è diverso da un Dante, un Leopardi o un Dylan Thomas.
A proposito, Rachel era insegnante, studiosa e appassionata di letteratura italiana, e di Dante in particolare. Un motivo in più per cui ci stava simpatica. È morta nel mezzo del cammin di nostra vita, giovanissima quindi, lasciando due figli a cui immaginiamo si starà dedicando qualcuno della sua famiglia mentre Thom è in giro per il mondo a suonare e a fare da guida alla sua nuova fiamma.
Già perché Yorke non ha nascosto la sua relazione con una bellissima ragazza italiana, Dajana Roncione, attrice originaria di Palermo ormai di base a Londra. A osservare le foto, sembrerebbe non avere più di trenta, trentadue anni. Forse anche meno di trenta? Un sorriso genuino, quasi contagioso, che deve aver fatto girare la testa a Thom. Infatti i due ormai sembrano due pappagallini inseparabili, che viaggiano in giro per il mondo e vivono nuove esperienze, e incontrano pure lo zio Michael quando passano dalle parti di New York. Tutto molto romantico e felice, e lui si merita questo e anche di più. Si merita la figa, dopo tanta sofferenza (oppure stavano già insieme da prima? “It is too late, the damage is done”). Basta che ciò non infici in maniera negativa sulla nuova musica che sarà.
Dajana, non ce lo distrarre troppo per favore! Sei sicuramente una fan dei Radiohead e del percorso solista anche tu, quindi sai benissimo che stai con un genio! Hai una certa responsabilità!!!
Oh, si scherza eh. I loro capolavori i Radiohead li hanno già fatti, non sarà certo colpa tua se non arriverà un altro OK Computer.
Piuttosto, se ha qualche minimo dubbio sul folle Paese da cui provieni, risolviglielo facendogli capire la nostra mentalità. Perché non tutto può essere in its right place dalle nostre parti. N’è vero?
per Rachel