14 Febbraio 2023
Quello di Kelela non è un nome a noi nuovo. Si discuteva già nelle chart dedicate alla black music della sua formula pop che giocava con elettronica britannica e R&B, quest’ultimo relegato a forma più che contenuto. Eppure, dal promettente debutto Take Me Apart sono trascorsi sei anni – ci è passata di mezzo una pandemia globale, scusate se è poco – lasso di tempo ancor più considerevole se rapportato ai cambiamenti che possono avvenire in ambito personale, anche in piccole pratiche come quella dell’ascolto. Dunque, quali aspettative aveva senso riporre in Raven alla vigilia del suo annuncio?
La scelta di mantenere il sound e le liriche di Take Me Apart, seppur ancora attuali, sarebbe stata comprensibilmente accolta con poco entusiasmo, così come forzare la mano sulle influenze UK bass più marcate delle prime pubblicazioni. Nonostante le poche rotte a disposizione, Kelela riesce a tirar fuori dal cilindro un concentrato delle sue espressioni, con uno sguardo che si prende sia la licenza di guardare in avanti – si pensi ai momenti dove il calore vocale scivola su ritmiche breakbeat – sia di abbracciare atmosfere nostalgiche, che con certe sonorità vanno a nozze.
A placare lo scetticismo ci avevano già pensato il primo singolo “Washed Away” e la sua produzione cristallina, antipasto di un lotto che nel suo insieme esplicita la grande dote della nativa di Washington di disegnare paesaggi urbani. Tuttavia, è con “Contact” che ci si arrende alla qualità del prodotto; una perla di rara bellezza che ripropone la sensualità dei successi dei primi Duemila in salsa future garage.
Insomma, c’è qualche nota stonata? Razionalmente direi di sì, ma non è mica semplice sentenziare, perché le poche tracce sottotono appaiono tali a causa dei picchi, che raggiungono vette da transumanesimo. Il pezzo che dà il nome all’albo rappresenta in questo senso la ciliegina su una torta già di per sé ricca, perché fa pendere l’asticella dalla parte della statunitense circa lo spessore della prova, e cementa lo status di Raven in quanto disco che a dicembre sarà oggetto di discussione quando si dovranno tirare le somme.
Entrata in punta di piedi nel roster della Warp, Kelela rappresenta ora una certezza, e per un’etichetta meno interessata a scovare talenti con immediatezza rispetto al passato questo è grasso che cola.