Ormai non ci contavate più, e invece eccola qui anche quest’anno la classifica con il meglio dell’annata. Oddio, il format è un po’ differente e certo meno definitivo che in passato, ma dobbiamo anche ammettere che il 2022 per DYR è stato un anno di transizione, in cui abbiamo scritto davvero (troppo) poco, e per cui non ci sentivamo di sentenziare su trenta-quaranta dischi senza esserci esposti nel momento in cui uscivano con un articolo dedicato. Tuttavia siamo abbastanza sicuri di aver individuato quella manciata di album che vale la pena andarsi a recuperare e che, fra qualche tempo, ci ricorderanno questo periodo pieno di avvenimenti così difficili da interpretare che stiamo vivendo.
In coda all’articolo trovate una playlist su Spotify che raccoglie alcune delle tracce più significative che abbiamo ascoltato e commentato nel forum. Forse il modo più diretto per assaggiare e valutare se approfondire.
Speriamo di poter raccontare e approfondire meglio la musica del 2023. Se lo faremo, lo faremo certo per voi, ma soprattutto per noi.
Fatto salvo lo stupendo esordio degli Smile e il relativo concerto allo Sferisterio di Macerata, il 2022 è stato per me è stato un anno di ascolti radicali. Niente più ricerca di nuove sponde del rock convenzionale, ma anzi ho visto scemato in me anche l’interesse per il folk indipendente che ormai seguivo da quasi vent’anni, e preso le distanze da ogni forma di melodia appiccicosa, sia nel pop che nelle sue derivazioni. Devo dire poi che il transitorio disco di The Comet Is Coming mi ha portato a cercare in altri artisti della scena jazz rock, come Matthew Halsall e Ishmael Ensemble in particolare, ciò che avevo immaginato potesse esistere in questa ibridazione. Anche le mezze delusioni relative ai lavori di Animal Collective (il singolo “Prester John” mi aveva gasato non poco) e Panda Bear, non mi hanno certo spinto a dare nuove chance al rock del momento. Il resoconto dei miei ascolti negli ultimi 12 mesi indica un avvicinamento pericoloso a sonorità più drastiche, nel metal e nell’elettronica drone soprattutto. Per il resto mi sono piaciuti i dischi a firma Big Thief, Weyes Blood e Croatian Amor, e sto scoprendo Jockstrap e Max Cooper. Ci ho dato dentro poi con la discografia di Mark Lanegan e Low, sull’onda emotiva delle scomparse dei protagonisti. Spero in 2023 più ricco di nuove uscite che mi riescano a coinvolgere. Nel frattempo, ho preso il biglietto per il concerto dei Blur a Lucca… Daniele Sassi
10. Kali Malone – Living Torch
9. Melvins – Bad Mood Rising
8. Robert Stillman – What Does It Mean To Be American
7. Jockstrap – I Love You Jennifer B
6. Croatian Amor – Remember Rainbow Bridge
5. Anteloper – Pink Dolphins
4. Charlotte Adigéry, Bolis Popul – Topical Dancer
3. Daniel Rossen – You Belong There
2. Big Thief – Dragon New Warm Mountain I Believe In You
1. The Smile – A Light For Attracting Attention
Costante, ossia il modo più adatto per racchiudere in una manciata di lettere quel che per me è stata l’annata appena trascorsa. Il capolavoro non c’è stato, come di consueto da un paio d’anni a questa parte, eppure non si è nemmeno potuti inveire contro mesi incapaci di placare la fame che spesso assale noi ascoltatori assidui. Sebbene i primi piazzamenti sottostanti siano intercambiabili, sento di voler premiare Billy Woods e l’acme di un percorso umanamente sconvolgente. È stato inoltre l’anno in cui ho fatto pace con i Big Thief, paradossalmente grazie alla loro opera più sfaccettata, e quello dove ho ottenuto conferme da etichette cardine del panorama contemporaneo, come nel caso della PAN. Mi sono affezionato alle proposte solo all’apparenza embrionali di Jockstrap e Two Shell, senza dubbio le più impattanti dell’anno. L’unica vera mancanza che ho avvertito è stata quella di un’uscita elettronica capace di spostare gli equilibri, di smuovere il genere dalla condizione di stallo in cui pare essersi bloccato. In attesa di capire quali saranno le coordinate dell’anno venturo, teniamo vive nella memoria le note di chi ha dato tanto alla passione che ci accomuna. Che la terra ti sia lieve, Mimi. Giovanni Filippeddu
10. Marina Herlop – Pripyat
9. Charlotte Adigéry, Bolis Popul – Topical Dancer
8. Sudan Archives – Natural Brown Prom Queen
7. Beach House – Once Twice Melody
6. Anteloper – Pink Dolphins
5. Big Thief – Dragon New Warm Mountain I Believe In You
4. Two Shell – Icons
3. Black Country, New Road – Ants From Up There
2. Jockstrap – I Love You Jennifer B
1. Billy Woods – Aethiopes
Da qualche anno la critica musicale ha subito un forte processo di democratizzazione. Se le grandi testate hanno ufficialmente accettato il compromesso con l’industria del pop, sul web esiste ancora un sottobosco di gente che scrive di musica solo per alimentare la propria passione, cercando di portare alla luce progetti che non hanno avuto la fortuna di emergere pur proponendo idee e contenuti superiori a tantissimi nomi più chiacchierati. È per questo che quest’anno ho preferito premiare dischi forse meno conosciuti ma di maggiore sostanza ed inventiva, riscoprendo per l’ennesima volta il piacere della scoperta. Dato che non ci siamo mai neanche riconosciuti in quella critica alternativa per forza, trovano spazio anche lavori che hanno riscosso grande apprezzamento in quello che ci piace chiamare midstream. Si tratta di un’annata che non ha saputo regalarci il capolavoro, ma di grande sostanza. Delude un po’ l’elettronica, che ha sfornato tanti singoli ed EP interessanti (su tutti quello dei Two Shell) ma pochi dischi di spessore, soprattutto rispetto a quello che succedeva nel decennio scorso. Tuttavia, le scene hip hop, jazz, art pop e metal sono vive e pulsanti al di là dei luoghi comuni. Luoghi comuni che infestano soprattutto il rock, che da qualche tempo sta dando segnali di risveglio, con artisti che sanno parlare all’audience attuale ripescando in maniera non banale sonorità del passato, attualizzandole e contaminandole. C’è tanta grande musica ancora oggi, in tutto il mondo, e bisogna solo saperla cercare. Noi, anche nel 2023, ci proveremo con tutte le nostre forze. Giuseppe Rotundo
10. Sudan Archives – Natural Brown Prom Queen
9. Conway The Machine – God Don’t Make Mistakes
8. Black Country, New Road – Ants From Up There
7. Soul Glo – Diaspora Problems
6. Kee Avil – Crease
5. Big Thief – Dragon New Warm Mountain I Believe In You
4. Show Me The Body – Trouble The Water
3. Anteloper – Pink Dolphins
2. Sélébéyone – Xaybu: The Unseen
1. Billy Woods – Aethiopes
Il 2022 è stato l’anno del massiccio ritorno della musica dal vivo e ne ho approfittato partecipando sia a grandi festival, così come a tanti piccoli e medi concerti. È stato piacevole recuperare anche questa dimensione del vivere la musica. Grato soprattutto di aver assistito a ben due live dei Low, prima della triste dipartita di Mimi Parker. È stato un anno ricco di ottime e buone uscite, a cui forse è mancato un picco assoluto che mi facesse urlare di entusiasmo. Come sempre, sono usciti dischi per tutti i gusti, dal rock, che soffre ma ancora morto non è, al jazz contaminato, alla black music, al pop, ai suoni più strani, all’elettronica. Quest’ultima aveva dominato i miei ascolti negli ultimi anni, ma va detto che il 2022 non ha riservato grandi emozioni sul fronte electro. A dispetto di ciò, ho premiato con la prima posizione il disco di Max Cooper, che non sarà il massimo in termini di innovazione, ma è davvero bello e a tratti profondo. Per il resto, una piacevole sorpresa è stata scoprire che più della metà tra i miei album preferiti dell’annata sono di artiste donne, o perlomeno di collettivi in cui le donne sono protagoniste. Di seguito alcune menzioni d’onore non presenti nella mia top 10: Two Shell, Jockstrap, Billy Woods, Lucrecia Dalt, Beach House, Kali Malone, Marina Herlop, Big Thief, Little Simz, Daniel Rossen, Croatian Amor… Manuel Boninsegna
10. Rosalía – MOTOMAMI
9. Black Country, New Road – Ants From Up There
8. Sarah Davachi – Two Sisters
7. Makaya McCraven – In These Times
6. The Smile – A Light For Attracting Attention
5. Anteloper – Pink Dolphins
4. Charlotte Adigéry, Bolis Pupul – Topical Dancer
3. Caterina Barbieri – Spirit Exit
2. Sudan Archives – Natural Brown Prom Queen
1. Max Cooper – Unspoken Words