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Pensate, arriva il 2011... ventennale di tanti dischi importanti per il rock, e anche di tanti album sopravvalutati che all'epoca vendettero un casino. Roba mitizzata come Ten, il Black Album dei Metallica, Badmotorfinger, Use Your Illusion I e II, ... e con un po' più merito Blood Sugar Sex Magik, Nevermind e Achtung Baby... pensate se tutti si mettono a fare box e deluxe edition. Io mi chiamo fuori da subito.
Al massimo quelle di Screamadelica, Loveless, Just for a Day, Spiderland che meriterebbero un'espansione e un bel racconto del making of
Il Santo Natale si avvicina e come ogni anno di questi tempi, tra luci e addobbi, più che mai copiosa sarà l'offerta di raccolte e riedizioni di musica che nella maggior parte dei casi avevamo fatto appena in tempo a dimenticare. Se dagli Wham non c'è proprio mai modo di scampare, quest'anno ci aspettiamo di essere bombardati dal neo-settantenne John Lennon e dal Bocelli versione Santa Claus. Ma questa è la norma. Così come è ormai consueto per le case discografiche inondare gli scaffali dei centri commerciali (perché ormai di negozi fisici che vendono musica sono rimasti quelli) con best of dei peggiori artisti. Ci aspettiamo anche, da un momento all'altro, il temutissimo Greatest Hits 4 dei Queen. Tuttavia, ciò che interessa all'ascoltatore indie o più raffinato, è un'altra verità consolidata. Potremmo infatti dire che, in questo senso, ormai sembra Natale tutto l'anno.
Da questo numero abbiamo deciso di recensire anche le più interessanti - nel bene e nel male - riedizioni in uscita. Perché sono parte integrante dell'offerta di oggi, e non solo le case major con relative succursali, ma anche le etichette indipendenti hanno ormai puntato forte sulla fidelizzazione del proprio pubblico, quello che magari ha già consumato la prima stampa di un disco, ma che ora è dispostissimo a riacquistare lo stesso prodotto, magari integrato di altra musica o novità di contorno ad esso. Nostro compito sarà quello di indicare con chiarezza - e il voto in questo senso sarà più funzionale che mai - le raccolte e riedizioni che hanno una loro ragion d'essere, e quelle che invece sono una penosa presa in giro. Ci saranno anche le vie di mezzo, d'accordo, ma per garantirsi i nostri applausi, abbiamo deciso che una ristampa dovrà davvero meritare l'acquisto, secondo criteri che cercheremo di spiegare all'interno delle recensioni, volta per volta.
Superaudiocd, deluxe editions, remasters, bonus dvd, bonus disc con b sides, inediti ritrovati per caso, remix, demo e pezzi delle stesse sessioni utilizzati per colonne sonore, concerti, bbc sessions, nuovi artwork, libretti di 16, 32 o 64 pagine contenenti pagine dal diario segreto dell'artista morto suicida o assassinato, poster annesso, dvd-audio allegato e commento canzone per canzone del batterista: manca sicuramente qualcosa, ma di giustificate o inutili ragioni dietro alla riedizione di un disco o di canzoni già note ce ne possono essere davvero tante, non ultima la più vera, ovvero la volontà della casa discografica di vendere ciò che ha già venduto e che probabilmente rivenderà, magari accompagnando il reunion tour del gruppo o la riscoperta di un singolo da parte delle radio, spesso grazie ad una pubblicità di successo. Succede che così che anche album modesti di artisti che hanno comunque venduto centinaia di migliaia di copie subiscano il trattamento deluxe, come fossero capolavori della storia del rock. Immaginatevi le deluxe edition degli album di Korn, Red Hot Chili Peppers, Incubus, U2 dell'ultimo decennio, ... e inorridite. Ma come si diceva all'inizio, non è solo un fenomeno relativo ai campioni d'incassi delle major, ma anche delle etichette indie. Se poi un gruppo di genere per un pubblico di genere, come possono essere gli Opeth o i Dream Theater, tiene uno stile rococo non solo nella musica ma anche nel modo di pubblicarla, il disgusto è inevitabile. Intendiamoci, anche Pavement e Pulp, per citare due dei favourites del Panopticon, hanno messo al mondo - loro o chi per loro - delle edizioni di lusso dei loro album, e non solo dei classici Crooked Rain o Different Class. Il punto è che in casi come quelli le aggiunte sono significative. Il tutto sembra essere in linea con l'immagine del gruppo, e spesso, come nel caso di questi due colossi del rock alternativo americano e britannico, anche il prezzo è onesto. Non ci sono prese in giro, come invece accade nella nuova raccolta dei Soundgarden. Infatti, nel pubblicare best of c'è anche chi cerca di darsi un tono che non ha mai avuto, una credibilità o semplicemente un'iconografia diversa da quella originale, magari messa da parte perché oggi totalmente fuori moda. Il fatto è che se certe cose che dovrebbero essere considerate classiche sono invece sentite come fuori moda o addirittura sfighèz, non è che acquistino altro senso se raccontate nuovamente. Alcuni dischi e canzoni non hanno bisogno di essere per forza riportarti alla luce. Chi vuole scoprire un album o un pugno di canzoni ormai ha Internet per provare e Internet per recuperare l'originale. Non tutte le rimasterizzazioni portano ai profitti di quelle che stanno ottenendo le deluxe dei R.E.M. del periodo IRS. Insomma, magari ci fossero riedizioni espanse anche per certi album di gente seria o che avrebbe qualcosa di valore da aggiungere ai vecchi classici come Blur, Suede, Smashing Pumpkins, Primal Scream... e soprattutto magari alcune etichette avessero il buon gusto di non ripubblicare certe altre cose.
Ecco, tutto questo lo valuteremo da questo numero in poi anche nella nostra rivista, convinti che sia un servizio utile a chi sarà indeciso se spendere o meno i propri soldi sulla nuova e rimodellata edizione, o se invece risparmiare andando a prendere, magari usata, la versione originale. Nel frattempo, continuiamo a temere l'uscita del Greatest Hits 4 dei Queen e l'ennesima raccolta dei Led Zeppelin. Pietà.
Di Deluxe e Best of
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