Top 100 anni '60
Top 100 anni '60
Un progetto iniziato, abortito, ricominciato, riabortito varie volte e ancora incompiuto.
Se volete, segnalate dei dischi da considerare. Magari non Beatles, Rolling Stones, Doors e Pink Floyd che li conosciamo.
Ma per dire...
Se volete, segnalate dei dischi da considerare. Magari non Beatles, Rolling Stones, Doors e Pink Floyd che li conosciamo.
Ma per dire...
Re: Top 100 anni '60
progetto molto ambizioso da parte vostra. Gli anni '60 penso siano il primo decennio che ci regala i generi musicali principali in via ormai di codifica e ancora ricco di perle nascoste.
qualche tempo fa mi ero ingrippato con le "femmine folk" degli anni '60 e avevo fatto un piccolo elenco. Posto qualche highlight se può servire.
i primi due di Joni Mitchell
-Song to a Seagull 1968
-Clouds 1969
sono essenziali per la sua carriera prima della "svolta" folk polistrumentista (2nd fase, che precede poi la 3a fase pop/jazz). Un folk misterioso, virtuoso, comunque accessibile grazie al suo unico imprint melodico. Come scelte armoniche e ritmiche Joni era in un mondo a se. Si capisce che è folk (si sentono i dettami del genere) ma comprendi anche che stai ascoltando un fenomeno che non è mai stato possibile inquadrare bene. Una delle artiste più fondamentali del '900 nonostante la sua figura venga spesso ignorata per non aver fatto parte "direttamente" del filone politicamente impegnato. Joni raccontava anche "l'animo" quando i suoi coetanei concentravano magari le proprie attenzioni sul mondo esterno.
poi per quanto riguarda il filone "cupo" femminile bisogna menzionare una sfilza di ragazze che hanno fatto una brutta fine, per varie ragioni; ma ora che vedo è una lista mista a cavallo tra '60 e '70 argh...escludo quindi Sandy Danny, Anne Brigs, Judee Sill, Sybille Baier e Linda Perhacs.
- Karen Dalton - It's So Hard to Tell Who's Going to Love You the Best (1969); album stupendo forse da ascoltare però alla luce del sole....una delle voci più strazianti di sempre.
. Il suo secondo disco, altro capolavoro, è purtroppo del '71.
- Shirley Collins - The Power of the true Love Knot (1968), una cantastorie inglese con una voce spettacolare.
(lei è viva per fortuna. Un dama lontana da certi mondi decadenti...)
- la mitica Buffy Sainte-Marie con It's My Way (1964) anche lei canadese come Joni. Invocazioni indigene, allucinazioni, racconti di guerra, droga, condizione sociale degli "indiani d'america". Voce "massiccia",portentosa, dalle corde vocali vissute e abusate, terrificante in alcuni passaggi. Una icona anche lei. E' in vita per fortuna.
Il suo terzo disco del 1966, Little Wheel Spin and Spin, è anch'esso un capolavoro ma ha qualche episodio meno riuscito di It's My way a mio parere. Da ricordare: La title-track, poi la memorabile "Men of the Fields", "Poor man's daughter", "Winter Boy" etc..
qualche tempo fa mi ero ingrippato con le "femmine folk" degli anni '60 e avevo fatto un piccolo elenco. Posto qualche highlight se può servire.
i primi due di Joni Mitchell
-Song to a Seagull 1968
-Clouds 1969
sono essenziali per la sua carriera prima della "svolta" folk polistrumentista (2nd fase, che precede poi la 3a fase pop/jazz). Un folk misterioso, virtuoso, comunque accessibile grazie al suo unico imprint melodico. Come scelte armoniche e ritmiche Joni era in un mondo a se. Si capisce che è folk (si sentono i dettami del genere) ma comprendi anche che stai ascoltando un fenomeno che non è mai stato possibile inquadrare bene. Una delle artiste più fondamentali del '900 nonostante la sua figura venga spesso ignorata per non aver fatto parte "direttamente" del filone politicamente impegnato. Joni raccontava anche "l'animo" quando i suoi coetanei concentravano magari le proprie attenzioni sul mondo esterno.
poi per quanto riguarda il filone "cupo" femminile bisogna menzionare una sfilza di ragazze che hanno fatto una brutta fine, per varie ragioni; ma ora che vedo è una lista mista a cavallo tra '60 e '70 argh...escludo quindi Sandy Danny, Anne Brigs, Judee Sill, Sybille Baier e Linda Perhacs.
- Karen Dalton - It's So Hard to Tell Who's Going to Love You the Best (1969); album stupendo forse da ascoltare però alla luce del sole....una delle voci più strazianti di sempre.
. Il suo secondo disco, altro capolavoro, è purtroppo del '71.
- Shirley Collins - The Power of the true Love Knot (1968), una cantastorie inglese con una voce spettacolare.
(lei è viva per fortuna. Un dama lontana da certi mondi decadenti...)
- la mitica Buffy Sainte-Marie con It's My Way (1964) anche lei canadese come Joni. Invocazioni indigene, allucinazioni, racconti di guerra, droga, condizione sociale degli "indiani d'america". Voce "massiccia",portentosa, dalle corde vocali vissute e abusate, terrificante in alcuni passaggi. Una icona anche lei. E' in vita per fortuna.
Il suo terzo disco del 1966, Little Wheel Spin and Spin, è anch'esso un capolavoro ma ha qualche episodio meno riuscito di It's My way a mio parere. Da ricordare: La title-track, poi la memorabile "Men of the Fields", "Poor man's daughter", "Winter Boy" etc..
Re: Top 100 anni '60
In questi giorni vedo se riesco ad abbozzare uno stralcio di lista con qualChe disco importante. É il decennio più difficile da affrontare comunque
Re: Top 100 anni '60
devo un attimo tornare su questo passaggio che ho scritto l'altro giorno su Joni Mitchell. Non l'avevo formulato in maniera chiara. Direi pessima. Non mi piace quando uso "mondo esterno".
Sebbene non dominanti, è comunque possibile trovare nei suoi testi esempi di tematiche politiche del suo tempo e di focus sul "mondo esterno". "Fiddle and the Drum" (ricordate la cover degli APC) tra i primi due dischi. Non mancano neanche gli "spaccati" sociali e di vita quotidiana (fittizia) che spesso però sono usati per veicolare personaggi e tematiche di natura sprituale, morale, filosofica. Lloyd Whitesell nel suo "The music of Joni Mitchell"(2008) pg.48 distingue infatti 4 tipi di rappresentazione poetica di fictional worlds: realistica, mitica, estetica e filosofica. Purtroppo la poesia di Joni non è di immediato "framing".
Alla fine è Blue (già nella top 100 anni '70) quello più intimo, introspettivo e "confessionale".
Torniamo agli anni '60:
In Song to a Seagull 1968 e Clouds 1969 Joni è ancora nei panni del troubadour (anzi trovatrice) anche se a mio parere qui lei raggiunge il suo meglio in termini di pura maestria poesia-voce-strumento musicale, cioè ricerca di quel piacere dato dal dialogo,l'intreccio tra i due mezzi che chi apprezza Joanna Newsom sicuramente riconoscerà. Il suo è un sound fresco, esotico, che spiazza l'ascoltatore visto anche l'uso di accordature particolarissime che lei sperimenta e su cui si può dire abbia proprio il brevetto (i cosidetti open tunings, accordature aperte; a volte anche quasi una diversa per ogni canzone in un album!) ma anche di giri armonici poco ortodossi.
mi ero anche scordato inoltre di citare due esempi da cui partire:
The Gallery (Clouds 1969)
Cactus Tree (Song to a Seagull 1968)
questo è il modo in cui Joni presentò Cactus Tree al pubblico nel 1967 (fonte: http://jonimitchell.com/music/song.cfm?id=84)
Three nights ago I went to a movie in New York City – a Bob Dylan movie. The new Bob Dylan and Joan Baez live feature movie [ed: Don't Look Back]. And I’d never seen Dylan perform, you see, so I wondered why David Blue and Eric Andersen, though they were supposed to be imitators of Dylan, neither one of them were alike and I found out that Eric has Dylan’s sense of humour and David Blue is his grouchiness. At least that is in my humble opinion. But, uh, I’m about to be influenced by Mr. Dylan. You see, I’m late to this and everybody who started out as songwriters, at this point has been influenced by Mr. Dylan. Well, to this point, I don’t think I have. At least, I haven’t noticed. This is, by the way it’s a photograph of me, but it’s not intended to impress you. It’s a cue card for me. This song I just wrote today, so if you notice the melody sort of varies from verse to verse it’s because I haven’t really decided on a few things so I’m throwing them all out at you. Every time I hear whispering, I’ll take that part out. 'Doesn't hold their attention there'...
Se dovessi trovare una parola per descrivere Joni sceglierei una: trasversale. Una che fà tesoro delle tendenze che la circondano (il folk nei '60, ma basti pensare anche al suo capolavoro di metà anni '70 Hejira che attinge dalla scena jazz-fusion-funky del periodo) per poi però prendere strade inesplorate. Musicalmente è stata sempre a un livello più colto rispetto alle altre e agli altri "folkers" coetanei. Queste tendenze a uscire fuori dagli schemi le si vedono già appunto, nei suoi primi dischi degli anni '60 (citati prima). Non saprei trovare un corrispettivo maschile a lei, devo essere sincero.
Diceva lei in una delle sue interviste a inizio carriera: "I get the melody first....Usually I think the melody is too pretty for the lyrics". In considerazione di questo non devono sorprendere gli accenti e la varietà del suo repertorio vocale, costretti a deformarsi dalla sua creatività melodica/armonica e ritmica.
Re: Top 100 anni '60
Morto Jao Gilberto. Lui sì che in una top anni 60 ci andrebbe a mio avviso. Che triste.
Re: Top 100 anni '60
Ascoltavo questo grandissimo Ray Manzarek sulla morte di Jim Morrison
Re: Top 100 anni '60
interessante....sempre amato i Doors e le poesie di Jim... che ne pensi di ciò che dice?
Re: Top 100 anni '60
è un racconto, non è un'opinione
è incredibile la dialettica impeccabile che ha
Re: Top 100 anni '60
beh un laureato in economia, poi specializzazione in cinematografia, una persona oltre che acculturata anche molto intelligente...
basta vedere cosa faceva nei Doors a livello musicale, con una mano una cosa, con l'altra tutt'altro. Un genio per me.
basta vedere cosa faceva nei Doors a livello musicale, con una mano una cosa, con l'altra tutt'altro. Un genio per me.
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