Enologia al Potere + Slow Food Life

tra un bicchier di vino e un coltello a serramanico
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AFX
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Re: Enologia al Potere + Slow Food Life

Post by AFX » 06 Oct 2021 18:53

https://www.facebook.com/Alchemist.CPH/photos

https://alchemist.dk/

il ristorante TOP per i fan di Tool e Coil si chiama Alchemist e sta a Copenhagen

https://www.theworlds50best.com/stories ... -2021.html ieri c'è stata la TOP 50 Restaurant del 2021. Torna a vincere il nuovo NOMA, che diventa un BestoftheBest, e quindi l'anno prossimo non sarà in classifica.
Scrollate in basso per la cerimonia effettiva. Ci vogliono tanti soldi, ma viene voglia di rovinarsi per fare un po' di viaggi in Sudamerica, Asia, Spagna e Nord Europa per fare certe esperienze. E per poi tornare a casa dicendo "sì, ma la Amatriciana di nonna non la battono".
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Messer Dino Compagni
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Re: Enologia al Potere + Slow Food Life

Post by Messer Dino Compagni » 29 Feb 2024 16:06

Si stava ragionando insieme ad alcuni produttori locali della piccola rivoluzione (mancata?) operata dai micro-birrifici artigianali negli ultimi 10 anni. Se è comunque un trend che si consolida fin dai primi 2000, è solo negli ultimi due lustri che c'è stato un boom, anche a livello creativo/qualitativo. Siccome invecchiando "bevo meno ma bevo meglio", che dovrebbe essere un dogma anche da supermarket, non mi sognerei mai più di prendere le generaliste che ci hanno appioppato per anni. Anche nel settore bassa qualità, basso costo dovrebbero esserci delle limitazioni. Che la Ichnusa, ad esempio, sia ritenuta una birra accettabile per me è un mistero. Certo, il marketing anima-sarda fa molto ma è con evidenza una birra dozzinale, che ti gonfia, ha un sapore neutro.
In Friuli ci sono più di una 40ina di realtà indipendenti o beer firm e alcune di esse hanno un'alta qualità, ma non le trovi quasi mai alla spina nei locali. E non solo una questione di bevibilità o stagionalità. E un problema di costi di produzione, trasporto, marketing e una rete distributiva che solo ora si sta attrezzando. Nel parco-fluviale dove lavoro abbiamo optato per una artigianale veneta, lager/pils a bassa fermentazione. Molto leggera, estiva e beverina. Pochi gradi ma si sente che è una artigianale. Il riscontro è positivo, soprattutto ai festival dove la gente è abituata a quella merda di Heineken, ma il costo al fusto per una birra che più easy non si può e prodotta neanche a 70 km di distanza è comunque alto. Veneto che si è attrezzato riconvertendo vecchie fabbriche a birrifici con tap room in stile industrial e una qualità media elevatissima, forse superando in termini qualitativi Lombardia e Piemonte all'avanguardia nel settore. Anche l'Italia centrale è ben attrezzata. Mastri Birrai Umbri è una etichetta che vale una Leffe come trovabilità.
Se rivoluzione deve essere, deve partire dalla mentalità imprenditoriale di locali, pub, bar e pizzerie e dalle birre da alto consumo. In America credo si sia sfondata quota 10.000 birrifici artsy.
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psyco_naut
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Re: Enologia al Potere + Slow Food Life

Post by psyco_naut » 01 Mar 2024 13:23

Messer Dino Compagni wrote: 29 Feb 2024 16:06 Se rivoluzione deve essere, deve partire dalla mentalità imprenditoriale di locali, pub, bar e pizzerie e dalle birre da alto consumo.
Hai centrato il punto.
Di buone realtà siamo pieni, ma logisitca e marketing costano anche più che produrre, con il risultato che la cara vecchia heineken insipida te la trovi ovunque. A livello di costo una multinazionale è inavvicinabile, anche perché porta con sé un catalogo a cui difficilmente l'esercente vuole rinunciare.
Se in più ci metti la scarsa curiosità/voglia di provare e la pochissima voglia di sperimentare di locali di massa la frittata è fatta.

Aggiungo: è anche vero il contrario però. Ovvero che nel nome del "microbirrificio/produzionelocale/tantaqualità" si sono prodotte porcherie e/o robe che di valore non è che ne avesse poi molto, col risultato di confondere un esercente che di per sé sta in piedi per sbaglio.

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AFX
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Re: Enologia al Potere + Slow Food Life

Post by AFX » 01 Mar 2024 13:36

Ci sono delle criticità sul posizionamento della birra artigianale che la rendono poco appetibile quando finisce a prezzi di un vino ben prodotto, che viene vinificato 1 volta l'anno, al contrario della birra che può essere fatta più e più volte nel corso dell'anno.
Anche volendo preferire la birra artigianale come prodotto al vino, questa ha anzitutto una vita molto breve, ovvero un lotto va consumato entro 1 anno, se non meno, il più delle volte (le Lambic sono un'eccezione). Considerando che se uno spedisce una pedana di birra all'interno di un container che va verso gli USA (mercato estero che può essere considerato principale per i prodotti enogastronomici made in italy), minimo minimo passano 1 mese e mezzo (costa Est) e fino a 2 mesi e mezzo (stati interni, a seconda dei passaggi, e costa Ovest) per ora che il prodotto è pronto per essere venduto, per forza di cose in pochi esportano le nostre birre artigianali. Figuriamoci in Asia o in Canada dove ci sono i monopoli. Oggi a meno che compri il Tavernello, qualsiasi vino dura in bottiglia almeno 3 anni. Anche i bianchi. Facilmente, più facilmente anzi, durano almeno 5.
E' chiaro che in questo contesto un prodotto non artigianale ma che al massimo ne aveva l'impronta iniziale (come per esempio Menabrea o Mastri Birrai, che è di proprietà di Farchioni, quelli dell'olio industriale), ha sicuramente la strada molto avvantaggiata.
Per questo tantissimi microbirrifici non ce la stanno facendo: non hanno sbocchi commerciali, hanno costi di produzione alti, poca rete commerciale se non locale, poca marginalità finale se devono limare il prezzo per non sentirsi dire che costano come un vino serio.

Insomma, un business che può funzionare solo ed esclusivamente se si è molto, molto forti localmente, dove la birra è prodotta, e nei paraggi. Talmente forti che, se uno ha una buona capacità di marketing e di branding, un giorno magari arriva la Heineken e si compra il marchio e ti fa ridere. E' la storia della Birra Messina o della Ichnusa. E di tanti amari locali che sono stati rilevati e poi fatti sparire dal mercato perché dobbiamo continuare a chiedere l'amaro del capo o montenegro come digestivo.
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Re: Enologia al Potere + Slow Food Life

Post by psyco_naut » 01 Mar 2024 15:54

L'unico sbocco realistico è aprirsi il proprio pub o ristorante in cui proporre la tua birra (vedi Baladin o Birrificio di Lambrate).
In quel caso un po' di costi li scarichi lì.
Anche aprire un locale non è che sia cosa semplice, entri in un vortice a livello di distribuzione e comunicazione a cui devi stare molto attento.

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