the Cure
Re: the Cure
sicuramente non sembra una porcata come l'ultimo disco...almeno da questo primo pezzo
Anche in Disintegration ci sono queste parti strumentali lunghissime che precedono il cantato, non so se è casuale
“È il brano che ha sbloccato il disco; non appena abbiamo registrato quel pezzo ho capito che doveva essere la canzone d'apertura e ho sentito che l'intero disco veniva messo a fuoco. Per un po' di tempo ho cercato di trovare la giusta frase d'apertura per la giusta canzone che facesse da apripista al progetto, lavorando sul concetto di 'essere soli', sempre con la sensazione assillante di sapere già quale dovesse essere la frase d'apertura... appena abbiamo finito di registrare mi sono ricordato della poesia 'Dregs' del poeta inglese Ernest Dowson... e quello è stato il momento in cui ho capito che la canzone - e l'album - erano diventati qualcosa di concreto”.
Anche in Disintegration ci sono queste parti strumentali lunghissime che precedono il cantato, non so se è casuale
“È il brano che ha sbloccato il disco; non appena abbiamo registrato quel pezzo ho capito che doveva essere la canzone d'apertura e ho sentito che l'intero disco veniva messo a fuoco. Per un po' di tempo ho cercato di trovare la giusta frase d'apertura per la giusta canzone che facesse da apripista al progetto, lavorando sul concetto di 'essere soli', sempre con la sensazione assillante di sapere già quale dovesse essere la frase d'apertura... appena abbiamo finito di registrare mi sono ricordato della poesia 'Dregs' del poeta inglese Ernest Dowson... e quello è stato il momento in cui ho capito che la canzone - e l'album - erano diventati qualcosa di concreto”.
Re: the Cure
C’è un altro pezzo, A Fragile Thing. Più melodica e sbarazzina, anche se il basso pulsa come da postulato con i Cure.
Re: the Cure
Dice Smith che nel 2019 hanno registrato 29 canzoni e che quindi c è un altro album già pronto e un terzo in completamento….
Re: the Cure
7 ore e il disco sarà tra noi
Alcune recensioni in anteprima ne parlano molto bene
Alcune recensioni in anteprima ne parlano molto bene
- Tyler Durden
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Re: the Cure
Recupero questo vecchio post solo per dire che poi, proprio poco dopo il discography ranking di AFX, ho inziato pian piano a sviscerare e oggi posso dire conoscere molto, quasi tutto, della loro bellissima discografia. Questo nuovo secondo me sarà bello, magari sarà il migliore da fine 90 a oggi, per me probabilmente sarà così.Tyler Durden wrote: ↑28 Nov 2016 10:12I Cure io li ascrivo nella categoria giganti che non ho fatto in tempo a sviscerare perché mi sono stancato troppo presto.AFX wrote:c'è il topic dei Cure
quindi il discography ranking eccolo qui
http://doyourealize.it/discography-ranking-the-cure/
I due capolavori li ho ascoltati e per carità son belli. Però non mi viene mai, mai voglia di rimetterli su. Figuriamoci andare a scoprire il resto.
Chissà che non si sblocchi la situazione in futuro.
Se posso vado a vederli dal vivo, mi piacerebbe. Con grande ritardo, ma amen
Re: the Cure
Un album proveniente da un’altra era geologica della musica contemporanea, di quando ancora si aveva pazienza nell’ascoltare e nel giudicare, anche quando le canzoni avevano intro o code lunghissime, e faticavi a memorizzarle a primo ascolto. E di quando i testi contavano moltissimo, almeno quanto le melodie.
Un disco che i giovani di oggi non possono che faticare a comprendere perché non parla a loro, o forse sì, ma solo nella misura in cui uno decida di lasciarsi guidare senza la fretta del consumismo.
Kiss Me, Disintegration particolarmente, Wish, in parte Bloodflowers, è un album che parla quella lingua lì, con meno spunti pop, e più introspezione che mai, come è anche naturale che sia.
Un colpo di coda che speriamo ispiri band ormai fiacche ma ancora sulla piazza che ne potrebbero trarre forza e motivazione.
Un disco che i giovani di oggi non possono che faticare a comprendere perché non parla a loro, o forse sì, ma solo nella misura in cui uno decida di lasciarsi guidare senza la fretta del consumismo.
Kiss Me, Disintegration particolarmente, Wish, in parte Bloodflowers, è un album che parla quella lingua lì, con meno spunti pop, e più introspezione che mai, come è anche naturale che sia.
Un colpo di coda che speriamo ispiri band ormai fiacche ma ancora sulla piazza che ne potrebbero trarre forza e motivazione.
Re: the Cure
Certamente un pensiero che condivido, specialmente dopo un paio di ascolti completi.AFX wrote: ↑01 Nov 2024 08:06 Un album proveniente da un’altra era geologica della musica contemporanea, di quando ancora si aveva pazienza nell’ascoltare e nel giudicare, anche quando le canzoni avevano intro o code lunghissime, e faticavi a memorizzarle a primo ascolto. E di quando i testi contavano moltissimo, almeno quanto le melodie.
Un disco che i giovani di oggi non possono che faticare a comprendere perché non parla a loro, o forse sì, ma solo nella misura in cui uno decida di lasciarsi guidare senza la fretta del consumismo.
Kiss Me, Disintegration particolarmente, Wish, in parte Bloodflowers, è un album che parla quella lingua lì, con meno spunti pop, e più introspezione che mai, come è anche naturale che sia.
Un colpo di coda che speriamo ispiri band ormai fiacche ma ancora sulla piazza che ne potrebbero trarre forza e motivazione.
E' un disco di grande valore sotto molti aspetti, in particolare per il contesto che va ad impattare.
Purtroppo non riesco ad essere ottimista. Tra 10 anni questi personaggi che ci portiamo appresso da quando siamo nati non saranno piu' in attivita' probabilmente, e voglio estendere il concetto non limitandomi al genere: e' evidente che tutte le bands, la musica nostra, i suoni nostri stiano scomparendo, o cambiando.
Tornando all'album: sono tutti grandissimi pezzi, alcune parti sono di una forza espressiva che stento a trovare ormai in altra musica.
Dobbiamo andarli a vedere dal vivo, dobbiamo goderci questi ultimi anni con i nostri artisti preferiti.
Vivo lontanissimo dall'Europa, ma nonostante i costi esorbitanti per viaggiare mi sono promesso di provarci almeno un paio di volte l'anno.
Grazie a Robert Smith e combriccola.
Re: the Cure
'Songs is, to borrow an old Kurt Vonnegut phrase, unstuck in time, yet absolutely crushed by time too. More than once I found myself overwhelmed with the idea that I wanted to flash back to the 18 year old in 1989 I never quite was'
Songs Of A Lost World by The Cure
https://buff.ly/3C3Pgw9
The Quietus
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- Tyler Durden
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Re: the Cure
Comunque dai, non ci si può veramente lamentare.
In quanti negli ultimi 15 anni avrebbero scommesso su un ritorno a questi livelli?
E' tutto dolce-amaro, perché da un lato godi, dall'altro ti rammarichi perché ancora qualche anno e momenti del genere non ce ne saranno più. Serve che qualcuno/qualcosa aiuti a ricostruire un contesto favorevole alla nascita di altre band: serve una nuova età dell'oro del rock.
In quanti negli ultimi 15 anni avrebbero scommesso su un ritorno a questi livelli?
E' tutto dolce-amaro, perché da un lato godi, dall'altro ti rammarichi perché ancora qualche anno e momenti del genere non ce ne saranno più. Serve che qualcuno/qualcosa aiuti a ricostruire un contesto favorevole alla nascita di altre band: serve una nuova età dell'oro del rock.
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