Enologia al Potere + Slow Food Life

tra un bicchier di vino e un coltello a serramanico
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AFX
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by AFX » 19 May 2010 17:48

eh lo so, magari poi ci parlerai delle eccellenze di Siena e dintorni... fra Brunello, Nobile, Rosso di Montepulciano e di Montalcino...

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quello a sinistra è un Syrah della zona di Cortona, laddove abita Giovanotti, là dove o appena sconfinando in Umbria, zona lago trasimeno comunque, ha comprato qualche ettaro Michael Schumacher. Manzano è il nome della cantina di proprietà di Tenimenti D'Alessandro, Il Bosco è la bottiglia. In enoteca si trova anche un vino chiamato semplicemente Cortona, sempre a base di Syrah 100% (vitigno non esattamente tipico della zona, ma caratteristico e curioso proprio per questo). Costo della prima bottiglia Il Bosco non saprei, del Cortona mi pare sui 10 euro. Qualità/prezzo interessante. A destra Il Blu di Brancaia, trattato ieri.


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questo qua sopra è stato votato come uno dei migliori vini bianchi dello scorso anno, è il Trebbiano Spoletino di Tabarrini chiamato Adarmando (in onore del nonno di Giampaolo, più giovane produttore emergente dall'area di Montefalco, più nota per il Sagrantino, ma ormai on the way up anche per il Trebbiano Spoletino, vitigno da non confondere col volgare trebbiano da taglio abruzzese, romagnolo, o neanche l'Ugni Blanc francese). 3 calici per il gambero rosso, se continuerà a mantenere questi risultati nei prossimi 3-4 anni, diventerà un nome di punta tra i bianchi italiani. E' un vino buono, punto e virgola, che esce dal bicchiere coi suoi profumi e dal sapore intenso in bocca. 13 euro in enoteca.

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Niente di che invece il Brunello qua sopra, di Silvio Nardi, una delle più grandi cantine (come numeri) per questo vino. Abbastanza deludente quel che abbiamo assaggiato perlomeno. In caso di Brunello o Rosso di Montalcino, eviterei sia questo che Banfi (per altro ormai in mano a tecnologicissimi americani).

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venerdì, sabato e domenica c'è vini nel mondo a spoleto, una manifestazione che muove un sacco di gente (tra cui un sacco di bifolchi de paese) dove si può provare a bere qualcosa di serio. Io ci sono credo, almeno sabato che c'è anche la notte bianca del vino. Chi è di Roma, Umbria, Toscana, Marche e non deve fare mille km, potrebbe essere una bella cosa per passare un sabato diverso


@absent... abbiamo grandi cose, ma i Francesi ci possono invidiare pochino da questo punto di vista, giusto qualche varietà e qualche bottiglia che s'è fatta un nome negli ultimi 20-25 anni, altrimenti poco altro, e siamo anzi noi a invidiare legittimamente loro che hanno tipo un 150 anni di storia enologica commerciale in più. Saranno una 60ina i vini importanti nel mondo, e al massimo una quindicina sono quelli italiani. Il resto sono praticamente tutti francesi...
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by Pilgrim » 19 May 2010 18:38

sì, la Francia vince per tradizione, cultura e tecnologia. quello che c'è da dire, è che il vino francese lo paghi un tot di più, anche se non sempre corrisponde alla qualità. dalla nostra abbiamo la qualità/prezzo, che i francesi ormai non sanno più cosa sia.

per dire, da noi bevi benissimo con un 15 euro. se compri un qualsiasi chateau, ce ne vogliono almeno 50.

insomma, la battaglia la vincono loro, ma non la guerra. l'italia sta crescendo e spero che non si perda in chiacchiere. poi se ci mettiamo in mezzo anche i formaggi che secondo i francesi "sono meglio i nostri"....beh lì si vince per distacco, secondo me.
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by :adamasio: » 20 May 2010 10:14

Io sono un italianofilo, se non altro perché ci son cresciuto con vino italiano, soprattutto con certi vini (barbera, bonarda, ma anche il traminer etc).

C'è da dire che secondo me lo spirito del vino in Italia è molto bello e unico al mondo, e difficilmente lo scambierei con quello di un altro paese.
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by absent friend » 20 May 2010 16:59

@absent... abbiamo grandi cose, ma i Francesi ci possono invidiare pochino da questo punto di vista, giusto qualche varietà e qualche bottiglia che s'è fatta un nome negli ultimi 20-25 anni, altrimenti poco altro, e siamo anzi noi a invidiare legittimamente loro che hanno tipo un 150 anni di storia enologica commerciale in più. Saranno una 60ina i vini importanti nel mondo, e al massimo una quindicina sono quelli italiani. Il resto sono praticamente tutti francesi...
Capisco.
Per quanto riguarda i rossi, la varietà italiana si può trovare così abbondante anche in francia? Voglio dire. Di francese non ho bevuto molto, la mia vita da studente universitario non me lo permette, giusto due o tre cose riassumibili con il bordeaux, per quanto riguarda i vitigni. In italia però passare da un nero d'avola ad un dolcetto (il 5 di dogliani per me e le mie tasche ha un rapporto qualità/prezzo indiscutibile) ad un nebbiolo ad un sangiovese vuol dire bere vini completamente diversi.
per dire, da noi bevi benissimo con un 15 euro. se compri un qualsiasi chateau, ce ne vogliono almeno 50.
a 15 euro trovi anche dei bordeaux molto buoni
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by AFX » 20 May 2010 17:40

sì infatti non è vero che "un qualsiasi chateau ce ne vogliono almeno 50". E' vero in generale che qualità prezzo l'italia è migliore, ma non in quelle dimensioni
forse per i premiere cru del médoc si parte dai 50, non per quelli più in basso nella classificazione della zona. Ci sono chateaux e borgognoni da 15 euro comunque pregevoli qualità/prezzo
L'Italia ha vini a costo basso al sud, ma è anche vero che sono vini senza storia. Pensate ai pugliesi per esempio. C'è chi beve un negramaro convinto di bere il nettare degli dei, e contento lui contenti tutti

c'è assolutamente meno varietà in Francia, ma i disciplinari sono meno rigidi e permettono variabilità e creatività, perché l'importante non è fossilizzarsi su delle regole, ma sul fare il vino buono. E i Francesi lo fanno mescolando vini di varia tipologia, per ottenere il miglio risultato possibile
Hai portato l'esempio del vitigno nero d'avola. Da noi per 10 anni s'è sponsorizzato questo vitigno siciliano che è andato anche di moda per un po', fino a quando qualcuno un po' più sveglio s'è detto: "sì, ma è veramente più buono di un vino da tavola che mette insieme 2-3 vitigni coltivati nelle stesse zone?" E il nero d'avola è passato di moda, forse per sempre. Non comprate robe tipo Harmonium o Neri d'Avola in purezza ragazzi eh.. Adesso al massimo lo trovi in percentuali max 40% in bottiglie come il Noà di Cusumano (grande azienda sicula), unito a Merlot e Cab Sauvignon magari. Perché si sono accorti che vengono vini migliori in formato IGT, piuttosto che DOCG. Lo stesso discorso si può fare per vitigni come Sagrantino di Montefalco, l'Aglianico, ma anche lo stesso nebbiolo... (Sant') Angelo Gaja insegna coi suoi barbareschi.

Noi di vini che competono coi loro migliori Chateaux (LaFite Rothschild, Margaux, Latour*, Haut-Brion, Mouton Rothschild) e Borgogna e Champagne... ne abbiamo una quindicina (soprattutto toscani e piemontesi)
i 5 premiere crus
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*poi racconto aneddoto riguardante una pubblicità in giro adesso

Hugh Johnsons, Atlante Mondiale dei Vini... 55 euro... per cominciare è un must
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by AFX » 20 May 2010 18:16

stasera comunque ho una cena con la nduja (di Spilinga? chissà), e per esempio sono molto indeciso sull'abbinamento, telefono ad un amico sommelier mi sa
altrimenti pensavo al Cirò che neanche ho mai assaggiato (seppure a casa ho una bottiglia del lontano 1973 ormai probabilmente fattasi aceto, così come altre), ma le cose che ho nella mia non-cantina, non penso vadano bene
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by Pilgrim » 20 May 2010 18:51

beh, io di quelli famosi (ovvio, non ne conosco moltissimi) ne vedo in giro sopra i 35 euro almeno.

un esempio. e siamo sui 30/40 di media per quelli famosi.

poi magari ho esagerato, non sono così informato sulla francia, e per quello che conosco, quelli mi sembravano i prezzi.
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by absent friend » 20 May 2010 19:02

Hugh Johnsons, Atlante Mondiale dei Vini... 55 euro... per cominciare è un must
interessante. E' solo una guida alle produzioni o è anche una guida al consumo? (ti guida ai generi musicali o si concentra sugli album fondamentali?)


Il nebbiolo però tenderei a lasciarlo così com'è. O quantomeno un bell' "ma anche". Un bel carema invecchiato, sarà perché ci abito accanto, ma non lo taglierei così volentieri.


Dici che sbaglio a leccarmi i baffi per il corvo rosso?
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by AFX » 20 May 2010 19:57

ti rispondo poi, comunque all'ultima domanda mi sa di sì...
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Re: Per Bacco, Enologia al Potere

Post by AFX » 21 May 2010 21:57

Hugh Johnson è uno se non IL saggista del vino per eccellenza. Ha scritto anche altri libri (per esempio uno ottimo sulla storia del vino), ma quello che citavo - scritto assieme a Jancis Robinson - è proprio il volumone compendio giusto per chi vuole sguazzare in questo mondo conoscendo singole zone produttive ed eccellenze di produzione. Non è una guida al consumo però, per quella ti rimando alle guide annuali gambero rosso, alle riviste bibenda, wine's advocate, Spirito di Vino, Wine Spectator...

il nebbiolo... ti riporto il caso di Angelo Gaja, figura di produttore più importante del vino in Italia, assieme a pochissimi altri (Antinori, Caprai, Fam. Frescobaldi, F.ll Felluga, ...), forse la più nota in assoluto

Gaja è un po' l'inventore del concetto di cru anche in Italia (assieme ad una tenuta di Chianti Classico chiamata Castello di Ama)
Faceva e fa 4 vini barbaresco (è famoso per quello), tutti quotatissimi. Magari essendo delle tue parti li avrai sentiti dire, costano un occhio
Sorì San Lorenzo, Sorì Tildin, Costa Russi (3 nomi scelti in base a quello del cru) e il Barbaresco DOCG. Inizialmente erano tutti e 4 docg, pure i 3 cru. Poi in vista delle nuove denominazioni (e secondo qualcuno, di nuovi controlli, perché pare ci mettesse dentro anche della barbera), decide assieme allo storico enologo Guido Rivella che il Barbaresco DOCG deve restare tale (e acquista valore ottenendo sempre 3 bicchieri), mentre gli altri tre passano nel 1997 allo status di "Langhe Nebbiolo IGT", in pratica uscendo dalle regole fisse del disciplinare del barbaresco. In questo modo se ne sbatte delle regole secondo qualcuno, continua a fare come faceva, evitando controlli rigidi del DOCG, e però facendo il vino più buono possibile, magari anche mettendoci dentro della barbera assieme al nebbiolo. E alla fine se è più buono così che rigidamente legato al nebbiolo 100%, perché limitarsi?
Oltretutto se si vuole dirla tutta, se una cantina usa stesse botti e apparecchiature per 2 tipi di uve diverse, è IMPOSSIBILE che un vino sia per esempio 100% nebbiolo, se nella stessa cantina si lavorano e vinificano pure uve barbera o bonarda o quello che è.

Corvo rosso... eviterei. Ma certo, è economico. Buoni vini siciliani? Ampia produzione, industriale del vino ma che lavora bene, benissimo: Cusumano. Ci sono sia cose economiche, che un po' più impegnative ma comunque economiche rispetto il valore del prodotto (secondo me). Per esempio, a me piace parecchio questo: http://www.cusumano.it/it/vini/terri_02.php (Nero d'Avola 40%, Merlot 30%, Cabernet Sauvignon 30%) Non comprerei mai un nero d'avola in purezza, questo invece sì e volentieri. Più economico è il benuara (Nero d'Avola 70%, Syrah 30%).
Invece una piccola azienda emergente è la tenuta delle Terre Nere. Nere perché situate in uno spicchio di terra sulle pareti dell'Etna. Lassù fa molto più fresco che altrove, quindi è più facile che vengano fuori dei vini seri. Altrimenti a sud di Roma, a parte rari casi, vini rossi importanti non ne potranno mai nascere per natura. Ci possono essere buoni, ottimi vini, ma cose che contano e competono coi top level francesi... no, non è possibile.
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