Xiu Xiu Plays the Music of Twin Peaks

Xiu Xiu Plays the Music of Twin Peaks

Gli Xiu Xiu reinterpretano la colonna sonora di Twin Peaks e non avrebbero potuto trovare un modo migliore per guadagnarsi di nuovo le nostre attenzioni. Dopo Always li avevamo persi volutamente di vista senza sentirci neanche in colpa; erano stati un’interessante macchina da stramberie microelettroniche, unici e riconoscibilissimi, ma usare sempre gli stessi giochetti stufa, e dopo tanti anni erano ormai assimilabili a quella scimmietta con l’organetto che vive in un angolo di strada nella nostra fantasia.

La cosa migliore di Xiu Xiu Plays the Music of Twin Peaks è che non suona come gli Xiu Xiu, suona come Twin Peaks. Persino lo “OOOOOH!!!!” gridato da Jamie Stewart a circa metà della terrificante “Josie’s Past” si intona perfettamente con l’atmosfera della serie creata da Mark Frost e David Lynch. Per quanto la bellezza di queste musiche risieda nel talento compositivo di Angelo Badalamenti non si può negare come gli Xiu Xiu siano riusciti a ricavarne un lavoro profondamente suggestivo e nuovamente inquietante. 

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Ciò che negli originali di Badalamenti era etereo, malinconico, spirituale, qui è diventato ruvido, macchiato di sangue, infernale. Durante la serie aleggiavano un barlume di speranza e la voglia di fare giustizia per quel viso di ragazza dolce e benvoluta da tutti, ma dopo averla guardata sappiamo che invece, in tutta quella storia, non c’era proprio nulla di puro. Le versioni degli Xiu Xiu non sono soltanto un asettico omaggio alla serie, ne hanno bensì vissuto gli episodi e ci sono passate attraverso raccogliendone tutto lo sporco. Taste the difference:

Un rewatch in attesa dei nuovi episodi non ci darà mai le stesse impressioni della prima visione, ma queste reinterpretazioni riescono nell’intento di generare sani e rinnovati incubi da qualcosa che conosciamo a memoria. Le note di Twin Peaks tornano a vibrare sulle corde dell’ignoto, dell’ansia e dell’attesa.

E adesso tutti in coro.

Mairzy doats and dozy doats
and liddle lamzy divey
a kiddley divey too
wouldn’t you?
— Leland Palmer