LUME – Wrung Out

LUME – Wrung Out

Se i LUME di Chicago non faranno cazzate, mi sa che in futuro ne sentiremo parlare.
Wrung Out è il loro primo disco, ed esce per quella Equal Vision che alcuni anni fa si era ritagliata una bella fetta del mercato hardcore, post-hardcore, emocore e derivati sudati o lacrimanti. Roba per quelli che arriveranno in fondo a questa breve recensione.
L’album dei LUME è nato da circostanze travagliate: durante la sua gestazione, tre ragazzi vicini alla band sono passati a miglior vita. L’inevitabile dolore e la loro assenza hanno influenzato in maniera indelebile le atmosfere delle composizioni, invero tra le più interessanti che il genere o sottogenere ha prodotto negli ultimi tempi.
I LUME rumoreggiano in modalità distorta, ma con piglio dark e… i tempi dilatati e le melodie in bianco&nero, non fanno che rimarcare questa oscurità.
Ma tranquilli: non stiamo presentando una band tristofante che porta con sé un bagaglio di sfiga che si riversa anche sull’ascoltatore innocente, quindi non c’è proprio bisogno di grattarsi gli zebedei con la carta vetrata per scongiurare chissà cosa.
Le coordinate sonore di Wrung Out sono indissolubilmente ancorate e inzuppate da riverberi di quasi trent’anni fa (sempre gli adorati e imperituri ANNI ’90, quando eravamo noi le speranze del Duemila).
Troviamo una possibile similitudine sonora con Chino Moreno e crosca (o forse, più probabilmente, con quel Seattle sound da cui non siamo mai riusciti a divincolarci?) ma alla lontana… visto che son presenti anche tanti rotoli di tessuto flanellato, di quelli che comunque ci devi mettere una t-shirt da loser sotto, sennò hai comunque freddo in mezza stagione.
Insomma, com’è sempre stato e sempre sarà, le proposte migliori emergono da periodi schifosi (le morti di 3 amici non sono fra le esperienze più divertenti da vivere) e i LUME ce lo ricordano ancora una volta. In certi stili musicali, è nel dolore che l’arte può trovare la massima ispirazione.
Ascoltate il brano qui sotto, cercatevi Wrung Out, e se non vi piacciono crocifiggetemi, lapidatemi o tacciatemi dell’interista morattiano.