A me sembra che nel calcio moderno domini la collettività che, dove organizzata, intensa ed aggressiva, è in grado di sopperire alla carenza di tecnica individuale. Penso al Marocco dello scorso mondiale, che non è certo andato lontano grazie alle giocate di fino, o all’indimenticabile Italia di Conte, quella sì nazionale di brocchi veri.
Mi spiego meglio: i migliori club hanno tra le mani i migliori interpreti dell’epoca, d’accordo, ma così si rischiano di ridurre le caratteristiche di un intero movimento a quelle della rosa del Real Madrid, per citare la più forte del momento. Si tratta di casi eccezionali, che non rispecchiano la maggior parte delle realtà calcistiche, dalle risorse limitate ma ugualmente a caccia di competitività. È qui che subentra la prima parte del discorso, quella sulla collettività.
D’altronde i numeri 10 quasi non esistono più, e a me (ma forse anche a te sotto questo aspetto) sta bene.