Working Class Heroes - Topic sul lavoro
Re: Lavorare all'estero
guarda, io ho amici sparsi per la East coast, fra San Francisco vera e propria, Palo Alto (un'oretta da SanFra), San Diego, e Los Angeles.
quello che è sta a San Francisco è semplicemente entusiasta della città, quella che sta a un'ora, esce sempre lì, perché lì è la vita vera e propria.
quello di Los Angeles mi racconta di una città troppo.. TROPPO. distanze abissali incolmabili senza mezzi proprio, quartieri invivibili, e in generale poca voglia di restarci.
San Diego invece la dovrei risentire, ma dopo pochi mesi era molto positiva.
quello che è sta a San Francisco è semplicemente entusiasta della città, quella che sta a un'ora, esce sempre lì, perché lì è la vita vera e propria.
quello di Los Angeles mi racconta di una città troppo.. TROPPO. distanze abissali incolmabili senza mezzi proprio, quartieri invivibili, e in generale poca voglia di restarci.
San Diego invece la dovrei risentire, ma dopo pochi mesi era molto positiva.
"Stanco dell'infinitamente piccolo e dell'infinitamente grande,lo scienziato si dedicò all'infinitamente medio."
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Re: Lavorare all'estero
segnalo il sito/blog italiansinfuga.com ... per chi vuole partire e avere qualche certezza in più che vale la pena farlo
Re: Lavorare all'estero
Cavolo, grazie sembra un bel sito.
Re: Lavorare all'estero
Per me l'unico modo per convincersi a partire è:
pigliarsi almeno una ventina di giorni (cosa che a noi italiani sembra ardua, ma qui in Germania pare che la gente abbia soldi e ferie in abbondanza che un continente all'anno te lo spari tranquillo),
fare couchsurfing e/o affittarsi un appartamento, scambiare casa, etc
stringere amicizie e fare conoscenze/parlare con chiunque/fiutare che aria tira/guardare le facce della gente in metropolitana/testare la tua comunicazione in lingua/infilarsi a qualsiasi party e go with the flow,
e poi è il network stesso che ti tira dentro. Cercare di non sentirsi turisti, anche se si va a vedere di tutto; immaginarsi una vita quotidiana in quella città, fare attenzione all'arredo urbano, alle regole locali, andare a far la spesa e a far colazione da solo. Entrare nelle case della gente, farsi raccontare le loro storie, fare domande specifiche, farsi pubblicità. Avere una base fa comodo, ma se non c'è un amico in zona forse anche meglio, è a maggior ragione uno stimolo per trovare gente - il che non è nulla difficile se si cerca nei luoghi, anche virtuali, giusti. I siti degli emigranti che sono già arrivati possono raccontarti cazzi e mazzi di quanto si stia bene in un luogo o di quali siano i pro e i contro e le beghe burocratiche e casa lavoro lingua e pippe varie, ma l'unica esperienza è quella di andare a vedere da sé, "provarsi addosso" una città e vedere se ci si sta comodi.
Altrimenti se non hai già un lavoro, un amore lontano o non sei persona da andare all'arrembaggio, la vedo difficile che valuterai seriamente di trasferirti in un luogo di cui non sei già innamorato su un piano più profondo della settimana/10 giorni da turista. Io finchè non mi sono spiccicato l'Italia e Milano dagli occhi, non ho capito cosa potesse significare "l'alternativa", e mi rode il culo di non averci pensato due anni fa a levarmi di torno.
Ripeto: farsi raccontare "com'è la vita lassù" lascia il tempo che trova, fantasticare una destinazione pure - soprattutto se ce l'hai avuta in testa per troppo tempo. Se si vuole prendere in considerazione l'idea, provare è imperativo categorico.
Poi a tornare in Italia si fa sempre in tempo
pigliarsi almeno una ventina di giorni (cosa che a noi italiani sembra ardua, ma qui in Germania pare che la gente abbia soldi e ferie in abbondanza che un continente all'anno te lo spari tranquillo),
fare couchsurfing e/o affittarsi un appartamento, scambiare casa, etc
stringere amicizie e fare conoscenze/parlare con chiunque/fiutare che aria tira/guardare le facce della gente in metropolitana/testare la tua comunicazione in lingua/infilarsi a qualsiasi party e go with the flow,
e poi è il network stesso che ti tira dentro. Cercare di non sentirsi turisti, anche se si va a vedere di tutto; immaginarsi una vita quotidiana in quella città, fare attenzione all'arredo urbano, alle regole locali, andare a far la spesa e a far colazione da solo. Entrare nelle case della gente, farsi raccontare le loro storie, fare domande specifiche, farsi pubblicità. Avere una base fa comodo, ma se non c'è un amico in zona forse anche meglio, è a maggior ragione uno stimolo per trovare gente - il che non è nulla difficile se si cerca nei luoghi, anche virtuali, giusti. I siti degli emigranti che sono già arrivati possono raccontarti cazzi e mazzi di quanto si stia bene in un luogo o di quali siano i pro e i contro e le beghe burocratiche e casa lavoro lingua e pippe varie, ma l'unica esperienza è quella di andare a vedere da sé, "provarsi addosso" una città e vedere se ci si sta comodi.
Altrimenti se non hai già un lavoro, un amore lontano o non sei persona da andare all'arrembaggio, la vedo difficile che valuterai seriamente di trasferirti in un luogo di cui non sei già innamorato su un piano più profondo della settimana/10 giorni da turista. Io finchè non mi sono spiccicato l'Italia e Milano dagli occhi, non ho capito cosa potesse significare "l'alternativa", e mi rode il culo di non averci pensato due anni fa a levarmi di torno.
Ripeto: farsi raccontare "com'è la vita lassù" lascia il tempo che trova, fantasticare una destinazione pure - soprattutto se ce l'hai avuta in testa per troppo tempo. Se si vuole prendere in considerazione l'idea, provare è imperativo categorico.
Poi a tornare in Italia si fa sempre in tempo
Last edited by Untitled on 26 Apr 2011 07:06, edited 1 time in total.
Re: Lavorare all'estero
in ritardo, ma condivido assolutamente tutto.Untitled wrote:Per me l'unico modo per convincersi a partire è:
pigliarsi almeno una ventina di giorni (cosa che a noi italiani sembra ardua, ma qui in Germania pare che la gente abbia soldi e ferie in abbondanza che un continente all'anno te lo spari tranquillo),
fare couchsurfing e/o affittarsi un appartamento, scambiare casa, etc
stringere amicizie e fare conoscenze/parlare con chiunque/fiutare che aria tira/guardare le facce della gente in metropolitana/testare la tua comunicazione in lingua/infilarsi a qualsiasi party e go with the flow,
e poi è il network stesso che ti tira dentro. Cercare di non sentirsi turisti, anche se si va a vedere di tutto; immaginarsi una vita quotidiana in quella città, fare attenzione all'arredo urbano, alle regole locali, andare a far la spesa e a far colazione da solo. Entrare nelle case della gente, farsi raccontare le loro storie, fare domande specifiche, farsi pubblicità. Avere una base fa comodo, ma se non c'è un amico in zona forse anche meglio, è a maggior ragione uno stimolo per trovare gente - il che non è nulla difficile se si cerca nei luoghi, anche virtuali, giusti. I siti degli emigranti che sono già arrivati possono raccontarti cazzi e mazzi di quanto si stia bene in un luogo o di quali siano i pro e i contro e le beghe burocratiche e casa lavoro lingua e pippe varie, ma l'unica esperienza è quella di andare a vedere da sé, "provarsi addosso" una città e vedere se ci si sta comodi.
Altrimenti se non hai già un lavoro, un amore lontano o non sei persona da andare all'arrembaggio, la vedo difficile che valuterai seriamente di trasferirti in un luogo di cui non sei già innamorato su un piano più profondo della settimana/10 giorni da turista. Io finchè non mi sono spiccicato l'Italia e Milano dagli occhi, non ho capito cosa potesse significare "l'alternativa", e mi rode il culo di non averci pensato due anni fa a levarmi di torno.
Ripeto: farsi raccontare "com'è la vita lassù" lascia il tempo che trova, fantasticare una destinazione pure - soprattutto se ce l'hai avuta in testa per troppo tempo. Se si vuole prendere in considerazione l'idea, provare è imperativo categorico.
Poi a tornare in Italia si fa sempre in tempo
bravo.
Re: Lavorare all'estero
mi è venuta un'idea malsana.
dipende dalle prospettive di lavoro, da come evolve la situazione, da tante cose, però potrei decidere di andare a fare l'inverno (3 mesi, max 4) in Australia, cioé l'estate quindi, facendo lo stesso lavoro che faccio qui. Se propongo, penso di trovare facilmente. Per poi tornare e ricominciare daccapo qui, tanto mi è permesso.
Inizio quasi a preparare un c.v. / resumé teso all'obiettivo. Margaret River semmai ... cioé il South West dell'Australia, sotto a Perth.
danilo...dammi qualche dritta generica.
dipende dalle prospettive di lavoro, da come evolve la situazione, da tante cose, però potrei decidere di andare a fare l'inverno (3 mesi, max 4) in Australia, cioé l'estate quindi, facendo lo stesso lavoro che faccio qui. Se propongo, penso di trovare facilmente. Per poi tornare e ricominciare daccapo qui, tanto mi è permesso.
Inizio quasi a preparare un c.v. / resumé teso all'obiettivo. Margaret River semmai ... cioé il South West dell'Australia, sotto a Perth.
danilo...dammi qualche dritta generica.
- absent friend
- Moderatore Globale
- Posts: 4487
- Joined: 03 Jan 2009 12:34
Re: Lavorare all'estero
Oggi mi sono svegliato anche io con la voglia di blastare di CV il mondo intiero.
A me la tua mossa sembra ben più che sensata.
A me la tua mossa sembra ben più che sensata.
Re: Lavorare all'estero
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=pZffd5uY ... re=related[/youtube]
qui semmai
(il vino sarà penoso, ma anche sti gran cazzi a un certo punto)
qui semmai
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Last edited by AFX on 22 Jun 2011 22:23, edited 1 time in total.
- :adamasio:
- Posts: 8214
- Joined: 18 Jan 2009 03:29
Re: Lavorare all'estero
"Signori, voi mi potete dire a casa vostra ciò che vi piace"
Re: Lavorare all'estero
che lavoro fai nel belpaese?se lavori nella ristorazione (nel caso) difficilmente avrai problemi, ma NON lavorare dagli italiani: cerca sempre di essere messo in regola, a costo di guadagnare meno. le tasse ti verranno ridate fino all'ultimo cent.AFX wrote:mi è venuta un'idea malsana.
dipende dalle prospettive di lavoro, da come evolve la situazione, da tante cose, però potrei decidere di andare a fare l'inverno (3 mesi, max 4) in Australia, cioé l'estate quindi, facendo lo stesso lavoro che faccio qui. Se propongo, penso di trovare facilmente. Per poi tornare e ricominciare daccapo qui, tanto mi è permesso.
Inizio quasi a preparare un c.v. / resumé teso all'obiettivo. Margaret River semmai ... cioé il South West dell'Australia, sotto a Perth.
danilo...dammi qualche dritta generica.
NB: le tasse si richiedono prima dall'uscita dal paese. tendenzialmente, si ricevono in 2 volte (tasse del semestre o anno e pensione, ebbene si, pensione). due settimane fa sono stato chiamato a casa direttamente dagli uffici di sidney per sapere che avevo diritto a un nuovo rimborso, poco meno di 150 euro, ma sempre soldoni profumati.
LORO CHIAMANO TE.
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