White Lies Recensione To Lose My Life

[wounder]

Cose come The Power & the Glory o Peace & Quiet non si possono sentire. Gradevole il resto. Hanno fatto bene ad allontanarsi dall'esordio, è vero, però sarebbe stato auspicabile qualcosa di meno pomposo di questo Ritual.

[unknownpleasure]

Se escono dischi come Ritual e vengono spacciati per il meglio, grazie che si manifesta un calo. Sono questi dischi (o l'ultimo degli Interpol anche) che fanno male alla scena.

Non concordo, comunque sia è un discorso più ampio che esula dalla qualità musicale.

"Bigger Than Us fa venire il mal di stomaco, quasi 5 minuti di sofferenza fisica.

Indubbiamente una canzone "esagerata", ma sta proprio qui la sua pecularietà. Non è comunque tra le mie preferite.

The Power & the Glory fa schifo a partire dal titolo, manco fosse una canzone degli Edguy.

Il titolo mi ricorda i Gentle Giant, e non è un male. Il pezzo è la versione rivista di "Bigger Than Us", c'è dietro un gran lavoro sul sound (vedi i fischi della intro), sulle ritmiche e sulla composizione (il ritornello, se così si può definire, ad esempio è collocato nella seconda metà della canzone, quando la canzone si schiarisce dal punto di vista melodico).

Le altre invece le sento vuote, a parte due o tre che forse non butterò via alla fine. Erano da tenere in considerazione perché in grado di creare e mantenere su con poco un'atmosfera fredda, asciutta, notturna, profondamente wave (anche se a volte troppo pulita). Invece questo melodicismo, questo synth rock che se spogliato del vestito di suoni pompati suonerebbe abbastanza amatoriale, non servono a niente se non ad arruffianarsi per qualche mese qualche ascoltatore dalle poche pretese o (per qualche tempo in più) dalla voglia di fare l'alternativo. Ritual segue in modo diciamo coerente To Lose My Life perché in fondo mi sembra siano ripartiti da The Price of Love, però non approvo affatto.

A me rimangono, eccome, tanto le melodie (il crescendo wave di "Is Love" e "Strangers", l'epicità oscura di "Holy Ghost" e "Street Lights", la malinconia urlata di "Bad Love") che le trovate produttive (i pattern ritmici, gli archi, le parti elettroniche), che dimostrano il gran lavoro di Moulder.
Forse lo preferisco all'esordio, ma lo dirà probabilmente il tempo. Post-punk entrambi i dischi, ma differenti nell'elaborazione e nella produzione: due facce diverse di uno stesso modo di intendere musica (che apprezzo).

[absent friend]

Non l'ho ancora ascoltato molto, infatti non ne parlo.
Però una cosa la devo notare, e non lo faccio con cattiveria, a rischio di essere antipatico (tanto ormai). Una descrizione minuziosa di elementi minimi dell'album abbinata a degli aggettivi non è una lettura dell'album. Attenzione, non sto dicendo che scrivi male o che usi aggettivi in modo obbrobrioso, anzi, ma che sono ininfluenti la "malinconia urlata" e il "ritornello nella seconda metà della canzone" (non un'operazione visionaria..può piacere, per carità, non entro nel merito) rispetto alla riflessione, ad esempio, sulla inutilità di quel suono pomposo e ruffiano.

Ti faccio un esempio:
A me rimane la melodia scanzonata e festaiola abbinata all'irriverenza egocentrica in chiave Miami. Notevole la rivisitazione esagerata e memore di certe sonorità caraibiche, con la ripetizione di strumenti idiofoni solari, rimaneggiati in chiave hip hop west coast.

Sto parlando di 50 cent - PIMP.

Una lettura come quella di Pitchfork invece ha senso anche quando non la condivido appieno (2.5...eccheccazzo)

[unknownpleasure]

Ma sai, non stavo scrivendo una recensione; e comunque al di là degli aggettivi (giustamente ininfluenti, nel tuo esempio li hai per altro palesemente sparati a caso) voglio mettere in evidenza due cose:
- il lavoro produttivo di Moulder (che si sente nei ricami, nelle ritmiche, negli archi) che nessuno mette in evidenza, citando un sound pomposo e ruffiano (che sono appunto due aggettivi che sono stati contrapposti alle mie opinioni, insieme al fatto che sono commerciali che non si possono sentire ecc ecc...insomma gli aggettivi vanno bene solo quando si usano per distruggere una band?)
- il melodismo: le canzoni si appiccicano subito, anche quando per l'appunto non hanno una struttura convenzionale (e si torna al discorso sul ritornello di "Power And The Glory").

E comunque anche la recensione di Pitchfork è un insieme di opinioni inutili ( il cantante è incapace di provare vergogna, l'unica canzone buona lo è perchè somiglia a Cars, i synth sono un riempitivo per le canzoni di 5 minuti, il cantante canta troppo, pappardelle vergognose sul perchè una band inglese pensi di essere un "Dio" da arena,e giù offese sulle next big thing inglesi ecc ecc), che non citano l'aspetto fondamentale: la produzione di Moulder, appunto, che sposta il post-punk dell'esordio su un altro piano. Ma è davvero così ininfluente da non esser neppure citato?
Insomma, recensione del cacchio quella di Pitchfork, altro che senso (sul voto poi lasciamo perdere, visto che danno 8 anche a cani e porci).

[Sobieskiego 7/6]

ma veramente state ancora a discutere su questa robetta ??? dai non si puo', rivaluto i muse allora

[Sobieskiego 7/6]

E' fantastico come unknown cerca di difendere l'indifendibile montando su teorie che mi sa riprende da quel "gozer" del forum di onda rock che pero' qui non attacca: questa e' musichetta di plastica, il primo era bello, questo non e' altro che una commercialata, non ci sono tutte le motivazioni artistiche che vuoi trovarci dietro se non proprio il voler fare un album+ orecchiabile, radiofonico e commerciale. i white lies sono i nuovi muse, con la differenza che i muse almeno ora la prendono a ridere, questi fanno pure sul serio

[AFX]

alan moulder saranno 10 anni che non azzecca un disco sul serio
pitchfork ha esagerato, ma le motivazioni non sono tutte campate in aria. perdipiù questo è proprio il tipo di album che una rivista indie rifugge per postulato
c'è di ben peggio in giro, ma esaltarsi per i white lies è davvero assurdo. Non lo fa nessuno d'altronde, anche io non vedo perché dare retta a Romagnoli (su questi e sui chapel club)

[absent friend]

ha detto che ho sparato aggettivi a caso. Questo è inaccettabile.

Se sapessi di cosa sto parlando capiresti che non sono a caso (se togli "memore"). fine OT


Evidentemente non vedi la differenza tra giudicare complessivamente un album mediocre e ininfluente come quello dei white lies per la sua attitudine generale, piuttosto che per le sue caratteristiche particolari, e in relazione con altre uscite del genere e citare alcuni aspetti particolari su cui a me viene da dire: meh

Sinceramente. Quella canzone è melodica anche se ha il ritornello nella seconda metà. Mbeh? La produzione non la cita nessuno. Eppure quando si dice che è ruffiano e pomposo la si cita eccome. "eh ma c'ha gli archi". E allora?



http://www.metacritic.com/music/ritual/critic-reviews

[unknownpleasure]

Io non ho scritto da nessuna parte che mi stia esaltando per questo disco né per quello dei Chapel Club (non escludo però di dirlo in futuro).
Per ora mi sto esaltando con "Surfacing", quello si. Il disco dei White Lies lo reputo al momento un buon disco (vedremo se mi ci esalterò), non capisco perchè dovrei dire il contrario, solo perchè siamo così a pensarla in due o tre? A me sembra molto più da combattere chi lo ritiene da 2,5.
Per quale motivo dovrebbe essere un disco indifendibile? Solo perchè da qualcuno è considerato commerciale? ( peccato che però non stia vendendo come un disco commerciale).
Quali sono le motivazioni di Pitchfork? Che i gruppi inglesi siccome sono di una nazione piccola si sentono dei dell'olimpo?

[:adamasio:]

Se non vende come disco commerciale è perché è un disco commerciale fatto male. Bon.