Interessante l'intervista. Ci sta. Alla fine siamo noi fan a sviscerare, classificare e indicizzare storicamente il loro lavoro. Loro la vivono in maniera più fluida, un grosso calderone di jam sessions che rinnovano di continuo live. Forse solo Sober e compagnia le sentono legate a una certa fase della loro vita o a un certo ambiente musicale (epoca MTV, grunge, festival di giorno). Cioè gli esordi. Poi si può discutere quando nasce lo "stile tool" e quel songwriting più espansivo che ci ha folgorato.Messer Dino Compagni wrote: ↑03 Dec 2023 12:14 Beh, oddio in forma-forma non proprio, però è un colosso quindi ci sta un po' di tonnellaggio residuo. Si dice però fosse una macchina da guerra da flessioni fino a qualche anno fa, ora non so, ma penso segua degli allenamenti specifici per evitare crampi in canzoni come The Grudge. Tra l'altro mi sono imbattuto in un podcast con Blair McKenzie Blake di qualche anno fa e non si ricordava nemmeno che album avessero fatto dopo Lateralus: they're all the same to me. Quindi TOOL è un modo di suonare, non una band.
Dopo anni mi sono ripromesso di imparare Rosetta Stoned alla chitarra. E' veramente un pezzo fighissimo da suonare e lì capisci cos'è che rende grande Adam Jones e i Tool in generale: fanno sempre la solita cosa ma in modo sempre diverso, con delle variazioni minime ma molto articolate. E' tutto un enorme cubo di Rubik di sezioni ritmiche.
Adam era già innovativo nei '90 ma si è saputo rinnovare di continuo per accomodare la transizione dal formato canzone a quella di suite barocca che li ha catapultati in aria rarefatta. In alcuni punti dell'ultimo disco (vedi certi punti di Invincible) mi pare un pò ostinato, "poco arieggiante" con alcune scelte che avrebbe fatto diversamente in passato ma, anche ciò fa parte di una sua evoluzione.
Essendo pur'io chitarrista (ex da 10 anni ormai), oltre a groovey/ritmico (come hai notato tu) definirei lo stile di Adam: minimalista-parsimonioso con una bella dose di espressionismo. Un tratto che lo distingue dalla scena post-rock e lo avvicina più al noise-industrial. A me fà piacere, da ascoltatore, che abbia mantenuto quell'impulsività chitarristica e quel gusto che artisti più cervellotici perdono (specie nel prog e nel post-rock). Un unicum di Adam.