absent friend wrote:Boeri mette d'accordo tutti, anche perché mi pare piuttosto diverso mi pare (non a caso Zingales è docente a Chicago).
Vorrei farti una domanda assolutamente priva di acidità. Hai ampiamente spiegato la tua idea di sinistra (dico "tua" perché se l'hai derivata da qualche studioso, lo ignoro). Non ho capito quale sarebbe la tua idea di "destra".
(Ti confermo che è una idea "mia".
Ma che so essere molto condivisa. Se vuoi, l'ispirazione (o l'esempio più chiaro e calzante) per questa idea è proprio Deng Xiaoping e il suo gatto!)
Destra per me è trovare soluzioni di conservazione dello status quo, difendere i poteri costituiti e le concentrazioni di ricchezza, non perseguire l'interesse collettivo/della maggioranza/dei deboli.
Rifiuto, invece, l'idea che ci siano strumenti "sempre di sinistra" e strumenti "sempre di destra". Ripeto: liberalizzazioni. Bersani si vanta di quelle come esempio principe di intervento diretto al problema ed efficace, quando lo stesso intervento è "culturalmente" di destra (perché si basa sul mercato che, con delle regole minime che incentivano al comportamento desiderato/efficiente, ci arriva da solo; e difatti, Vendola mica è così d'accordo)!
La "sinistra" avrebbe prescritto: fissare i prezzi/tariffe al livello considerato "giusto" senza eccessivo margine di manovra, nazionalizzare dove possibile, regolare in modo rigido e dettagliato i comportamenti leciti. Però, ora spendete meno (
voi, tutti, cittadini comuni, consumatori, in questo caso i deboli da proteggere)
- per la telefonia mobile e cambiate operatore senza problemi per inseguire le offerte vantaggiose;
- per l'energia elettrica e il gas (anche se si poteva fare pure di più)
- per i servizi bancari, per cambiare banca, o trasferire un mutuo
- ecc...
Perciò, liberalizzare, in quel contesto storico, è stato molto di sinistra, e non a caso la destra berlusconiana si è premurata, tra le prime cose, di indebolire quelle liberalizzazioni.