James Blake
Re: James Blake
Non è un disco per chi non c'ha voglia o non c'ha tempo o è distratto da altro. E in quel caso mi spiace tanto.
Re: James Blake
Sicuramente. Di fatto ho dato i primi due ascolti in modo poco concentrato mentre facevo altro e al terzo tornato a casa poco fa è stata tutta un'altra cosa.
- Homunculus1510
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Re: James Blake
Sarà lungo, ma scorre veramente da dio, comunque. E comunque, nonostante gli uuuuh che decades malsopporta, conferma che le sbruffonate indie-tristacchione-a-cazzo del primo disco erano passeggere.
Why should we feel bad for what we've done? We still got the taste dancing on our tongues.
Re: James Blake
Qualche momento di alto livello lo aveva anche l'esordio però, va detto, però il secondo e quest'ultimo sono sicuramente superiori.Homunculus1510 wrote:Sarà lungo, ma scorre veramente da dio, comunque. E comunque, nonostante gli uuuuh che decades malsopporta, conferma che le sbruffonate indie-tristacchione-a-cazzo del primo disco erano passeggere.
D'accordo con Decades quando dice che ci vuole pazienza, ci sono tanti pezzi.
Bella la recensione in ogni caso!
Re: James Blake
Forse questo è il mio preferito dei tre. Grandissime linee vocali!
Re: James Blake
È un bene che la collaborazione con West non sia neanche nata, Timeless è bella così com'è
Re: James Blake
è bellissimo...sotto il grigio e il diluvio poi...
c'è il video di I need a forest fire:
c'è il video di I need a forest fire:
Re: James Blake
dai lo ascolto anche io, se va bene con la pioggia e col vento, lo metto oggi in macchina
Re: James Blake
Altre considerazioni che nell'articolo non ho esplicitato, altrimenti sarebbe venuto più lungo del disco. Alcune sono anche cose più personali.
The Colour in Anything non è per tutti. Tanta gente si annoierà e passerà oltre. Meno male, dico io. Quando leggo che è troppo lungo o troppo pesante o che non si può ascoltare per intero inizia a scapparmi il sorrisetto. Tanto ormai ascoltare una canzone e non approfondirla è la normalità.
In un periodo di ascolti distratti, che il tempo non ce l'hai e col pubblico che è diviso tra le commercialate e lo snobismo estremo, quando può avere più senso tirare fuori un EP o uscirsene con un singolone rumoroso, io ammiro che James abbia fatto un disco così lungo e pesante. È onesto, si avverte il bisogno di esprimersi secondo queste modalità, senza furbate e ruffianate varie. Va in controtendenza pure consapevolmente, ma c'è della genuinità in queste scelte. Overgrown lo ritengo comunque superiore perché è compatto e ha un'intensità elevatissima, è denso, non ti molla un attimo, non ha i tempi per un calo di attenzione (posto che stiamo comunque parlando di James Blake e non di Lady Gaga). Cosa che ammiro anche molto, e lo so che sembra un'affermazione contraddittoria ma è così: cosa sia meglio di volta in volta dipende. Quello lo ascolto sempre per intero, con questo sarà improbabile. Ma conta qualcosa alla fine? Se vogliamo guardare la cosa da una prospettiva diversa, che cambia per chi ascolta musica in formato digitale tra l'avere un prodotto con 10 canzoni e uno con 17, se alla fine procedi con lo shuffle o ti fai comunque la playlist dei pezzi che preferisci?
A me piacciono i dischi lunghi e pesanti, sono challenging. Io mi sono formato con Disintegration. Cercare di entrare in questo disco è stato un po' come riprovare quel tipo di esperienza, quando non riuscivo a memorizzare le melodie con facilità e cercavo di leggere tra le righe i testi per capire cosa stava succedendo. È roba che crescendo e avendo altre cose da fare, col bombardamento di uscite attuali, è andata perduta. Era un bel po' che non sentivo l'urgenza di soffermarmi sulle parole, fermandomi solo alla comunicazione musicale in sé.
È un discorso che è valido per The Colour in Anything come per Universal Themes dell'anno scorso (o anche Benji), solo che come forma espressiva personalmente sento più vicino un introverso/ermetico elettronico che il cantastorie folk che ha altri tipi di punti di forza, tra cui l'essersi guadagnato il diritto di essere spaccone. Ma appunto, quello non sono io, io ero più quello di Japanese to English (per evitare che mi si venga anche a dire che vado contro Kozelek, una delle mie canzoni preferite in assoluto). Le polemiche ormai mi annoiano più di un a capella con Bon Iver, mi pare evidente. Avrei altre considerazioni relative ad altri gruppi ma non voglio appunto fare polemiche né tediare ulteriormente chi ha avuto la pazienza di leggere tutta la recensione e tutto sto muro di testo dopo aver ascoltato tutto sto disco.
Se vogliamo fermarci alle canzoni soltanto, James in tre album ha fornito un bel malloppo di materiale per una selezione best of di spessore, ha mantenuto più di quel che prometteva col primo disco. Va bene se uno la pensa così. Per me però c'è qualcosa di più.
Edit: il fatto che abbia già scritto in media molto di più per questo disco che per tutte le uscite degli ultimi X anni è per me una conferma di quanto sia stato un ascolto stimolante.
The Colour in Anything non è per tutti. Tanta gente si annoierà e passerà oltre. Meno male, dico io. Quando leggo che è troppo lungo o troppo pesante o che non si può ascoltare per intero inizia a scapparmi il sorrisetto. Tanto ormai ascoltare una canzone e non approfondirla è la normalità.
In un periodo di ascolti distratti, che il tempo non ce l'hai e col pubblico che è diviso tra le commercialate e lo snobismo estremo, quando può avere più senso tirare fuori un EP o uscirsene con un singolone rumoroso, io ammiro che James abbia fatto un disco così lungo e pesante. È onesto, si avverte il bisogno di esprimersi secondo queste modalità, senza furbate e ruffianate varie. Va in controtendenza pure consapevolmente, ma c'è della genuinità in queste scelte. Overgrown lo ritengo comunque superiore perché è compatto e ha un'intensità elevatissima, è denso, non ti molla un attimo, non ha i tempi per un calo di attenzione (posto che stiamo comunque parlando di James Blake e non di Lady Gaga). Cosa che ammiro anche molto, e lo so che sembra un'affermazione contraddittoria ma è così: cosa sia meglio di volta in volta dipende. Quello lo ascolto sempre per intero, con questo sarà improbabile. Ma conta qualcosa alla fine? Se vogliamo guardare la cosa da una prospettiva diversa, che cambia per chi ascolta musica in formato digitale tra l'avere un prodotto con 10 canzoni e uno con 17, se alla fine procedi con lo shuffle o ti fai comunque la playlist dei pezzi che preferisci?
A me piacciono i dischi lunghi e pesanti, sono challenging. Io mi sono formato con Disintegration. Cercare di entrare in questo disco è stato un po' come riprovare quel tipo di esperienza, quando non riuscivo a memorizzare le melodie con facilità e cercavo di leggere tra le righe i testi per capire cosa stava succedendo. È roba che crescendo e avendo altre cose da fare, col bombardamento di uscite attuali, è andata perduta. Era un bel po' che non sentivo l'urgenza di soffermarmi sulle parole, fermandomi solo alla comunicazione musicale in sé.
È un discorso che è valido per The Colour in Anything come per Universal Themes dell'anno scorso (o anche Benji), solo che come forma espressiva personalmente sento più vicino un introverso/ermetico elettronico che il cantastorie folk che ha altri tipi di punti di forza, tra cui l'essersi guadagnato il diritto di essere spaccone. Ma appunto, quello non sono io, io ero più quello di Japanese to English (per evitare che mi si venga anche a dire che vado contro Kozelek, una delle mie canzoni preferite in assoluto). Le polemiche ormai mi annoiano più di un a capella con Bon Iver, mi pare evidente. Avrei altre considerazioni relative ad altri gruppi ma non voglio appunto fare polemiche né tediare ulteriormente chi ha avuto la pazienza di leggere tutta la recensione e tutto sto muro di testo dopo aver ascoltato tutto sto disco.
Se vogliamo fermarci alle canzoni soltanto, James in tre album ha fornito un bel malloppo di materiale per una selezione best of di spessore, ha mantenuto più di quel che prometteva col primo disco. Va bene se uno la pensa così. Per me però c'è qualcosa di più.
Edit: il fatto che abbia già scritto in media molto di più per questo disco che per tutte le uscite degli ultimi X anni è per me una conferma di quanto sia stato un ascolto stimolante.
Last edited by Decades on 11 May 2016 11:25, edited 1 time in total.
Re: James Blake
Siamo perfettamente d'accordo sul modo di ascoltare musica e il resto e penso che il punto sia proprio questo che hai fatto notare. Io sono pure abbastanza integralista sul modo di ascoltare musica ormai, difficilmente premo skip, pure in album ostici, lunghi o con qualche filler.
Di fatto, giorni prima che uscisse la recensione o che se ne parlasse qua, mi sono trovato a difendere il disco a spada tratta parlando con una ragazza che diceva non solo che fosse lungo ma che fosse pure soporifero. Per far capire, questa è la tipica indie snob che pensa di aver capito tutto ma in realtà ascolta cose veramente banalotte in fondo. Se non ci si prova un po' a certe cose non ci si arriva mai. (Il gruppo per eccellenza che a me viene in mente in questi casi anche se di tutt'altro livello sono i Coil. Non avessi insistito tanto come ho fatto con loro cosa mi sarei perso!) Alla fine comunque gli ho replicato dicendo che secondo me fosse un discone e gli ho consigliato di dare un altro ascolto ma non ne ha voluto sapere, peggio per lei come dici te.
Per quanto riguarda la lunghezza, l'ho trovato molto lungo da subito ma non mi ero accorto che effettivamente dura 1 ora e 17 minuti! non ne escono molti di dischi di questa durata. In relazione alla durata effettiva non scorre neanche troppo lentamente. Prima di controllare pensavo che fosse sui 50 minuti a dirla tutta!
Di fatto, giorni prima che uscisse la recensione o che se ne parlasse qua, mi sono trovato a difendere il disco a spada tratta parlando con una ragazza che diceva non solo che fosse lungo ma che fosse pure soporifero. Per far capire, questa è la tipica indie snob che pensa di aver capito tutto ma in realtà ascolta cose veramente banalotte in fondo. Se non ci si prova un po' a certe cose non ci si arriva mai. (Il gruppo per eccellenza che a me viene in mente in questi casi anche se di tutt'altro livello sono i Coil. Non avessi insistito tanto come ho fatto con loro cosa mi sarei perso!) Alla fine comunque gli ho replicato dicendo che secondo me fosse un discone e gli ho consigliato di dare un altro ascolto ma non ne ha voluto sapere, peggio per lei come dici te.
Per quanto riguarda la lunghezza, l'ho trovato molto lungo da subito ma non mi ero accorto che effettivamente dura 1 ora e 17 minuti! non ne escono molti di dischi di questa durata. In relazione alla durata effettiva non scorre neanche troppo lentamente. Prima di controllare pensavo che fosse sui 50 minuti a dirla tutta!
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