Silver & Gold, il topic di Sufjan Stevens
Silver & Gold, il topic di Sufjan Stevens
Qui si parla del suo ultimo pezzo: http://www.panopticonmag.com/recensioni ... night.html
Sufjan Stevens non è un cantautore nel senso più standard del termine. Il suo rapporto con la tradizione americana è accostabile al rapporto di Patrick Wolf con la cultura inglese. Partono dalle loro radici, ma entrambi attorno a loro riuniscono le loro idee più originali, supportati da una strumentazione molto ricca. La differenza è appunto tutta lì: uno è inglese, l'altro è americano. Solo tenendo ben presente questo ci si può addentrare nella musica di quello che rimane oggi uno degli autori più sottovalutati, spesso confuso con il pop più psichedelico e confusionario di altri nomi famigerati in voga negli ultimi anni.
Mi ci sono tuffato molto recentemente, e fra le sue numerose produzioni ne ho scelte tre:
Riferendoci a lui semplicemente come Michigan (data di uscita 2003), è il disco che dimostra le prime vere qualità di Stevens e gli elementi che piano piano affinerà meglio in seguito. Ma già qui siamo su buonissimi livelli. Fate caso ai titoli delle canzoni: ogni pezzo è un racconto, intriso tanto di esperienza personale quanto di religione. E' il disco che segna il via del suo fin troppo ambizioso progetto di dedicare un album (EP o LP) ad ogni stato americano. Non solo Stevens abbraccia la cultura americana e la sua tradizione, ma è intelligente nel mostrarsi aperto a culture che bene o male attraversano gli USA e ne fanno parte. Folk e pop, mescolati a world music ed elettronica. Ci siamo, ma manca ancora qualcosa.
Seven Swans del 2004 è il lato più folk, timido ed introverso di Sufjan Stevens. Minimale se paragonato ad altre sue opere, certo più complesso di un semplice disco da voce-chitarra ascutica di genere, Seven Swans presenta meno strumenti che in precedenza (e in futuro), eppure si ha la sensazione che questa dimensione Stevens la senta sua e gli sia più vicina di altre. Ancora una volta la religione è presente nelle parole di Stevens che decide di fermare il suo viaggio americano per guardarsi dentro e collocarsi nel mondo che lo circonda.
Siete impazziti per Bon Iver? Questo non dovrebbe mancarvi.
A un anno dal lavoro precedente, esce il suo capolavoro: Illinoise (titolo completo: Come on feel the Illinoise). Estremamente lungo, variopinto e complesso, Illinoise è il disco del successo di critica, quello che ci mostra uno Stevens sicuro dei propri mezzi, in grado di guidare arrangiamenti splendidi e ricchi di colori. Ancora uno stato americano, ancora storie, ancora voci di una cultura che ci sembra vicina ma di cui dimentichiamo spesso troppe cose. Il talento di polistrumentista di Stevens emerge prepotente in ogni traccia.
E' facile farsi spaventare dalla mole di un disco del genere, ma il fascino di un racconto senza tempo, istantanea di un'America vista con gli occhi di un viaggiatore talentuoso e raffinato, non può lasciare indifferenti.
Sufjan Stevens non è un cantautore nel senso più standard del termine. Il suo rapporto con la tradizione americana è accostabile al rapporto di Patrick Wolf con la cultura inglese. Partono dalle loro radici, ma entrambi attorno a loro riuniscono le loro idee più originali, supportati da una strumentazione molto ricca. La differenza è appunto tutta lì: uno è inglese, l'altro è americano. Solo tenendo ben presente questo ci si può addentrare nella musica di quello che rimane oggi uno degli autori più sottovalutati, spesso confuso con il pop più psichedelico e confusionario di altri nomi famigerati in voga negli ultimi anni.
Mi ci sono tuffato molto recentemente, e fra le sue numerose produzioni ne ho scelte tre:
Riferendoci a lui semplicemente come Michigan (data di uscita 2003), è il disco che dimostra le prime vere qualità di Stevens e gli elementi che piano piano affinerà meglio in seguito. Ma già qui siamo su buonissimi livelli. Fate caso ai titoli delle canzoni: ogni pezzo è un racconto, intriso tanto di esperienza personale quanto di religione. E' il disco che segna il via del suo fin troppo ambizioso progetto di dedicare un album (EP o LP) ad ogni stato americano. Non solo Stevens abbraccia la cultura americana e la sua tradizione, ma è intelligente nel mostrarsi aperto a culture che bene o male attraversano gli USA e ne fanno parte. Folk e pop, mescolati a world music ed elettronica. Ci siamo, ma manca ancora qualcosa.
Seven Swans del 2004 è il lato più folk, timido ed introverso di Sufjan Stevens. Minimale se paragonato ad altre sue opere, certo più complesso di un semplice disco da voce-chitarra ascutica di genere, Seven Swans presenta meno strumenti che in precedenza (e in futuro), eppure si ha la sensazione che questa dimensione Stevens la senta sua e gli sia più vicina di altre. Ancora una volta la religione è presente nelle parole di Stevens che decide di fermare il suo viaggio americano per guardarsi dentro e collocarsi nel mondo che lo circonda.
Siete impazziti per Bon Iver? Questo non dovrebbe mancarvi.
A un anno dal lavoro precedente, esce il suo capolavoro: Illinoise (titolo completo: Come on feel the Illinoise). Estremamente lungo, variopinto e complesso, Illinoise è il disco del successo di critica, quello che ci mostra uno Stevens sicuro dei propri mezzi, in grado di guidare arrangiamenti splendidi e ricchi di colori. Ancora uno stato americano, ancora storie, ancora voci di una cultura che ci sembra vicina ma di cui dimentichiamo spesso troppe cose. Il talento di polistrumentista di Stevens emerge prepotente in ogni traccia.
E' facile farsi spaventare dalla mole di un disco del genere, ma il fascino di un racconto senza tempo, istantanea di un'America vista con gli occhi di un viaggiatore talentuoso e raffinato, non può lasciare indifferenti.
Last edited by Shaun on 10 Mar 2009 23:30, edited 2 times in total.
Re: Sufjan Stevens
Recentemente ho beccato questa canzone in una puntata di Nip \ Tuck
Stupenda. Leggete anche il testo, parla di un maniaco omicida realmente vissuto, nel finale, con il cambio di soggetto, si ha la vera epifania della canzone.
His father was a drinker
And his mother cried in bed
Folding John Wayne's T-shirts
When the swingset hit his head
The neighbors they adored him
For his humor and his conversation
Look underneath the house there
Find the few living things
Rotting fast in their sleep of the dead
Twenty-seven people, even more
They were boys with their cars, summer jobs
Oh my God
Are you one of them?
He dressed up like a clown for them
With his face paint white and red
And on his best behavior
In a dark room on the bed he kissed them all
He'd kill ten thousand people
With a sleight of his hand
Running far, running fast to the dead
He took off all their clothes for them
He put a cloth on their lips
Quiet hands, quiet kiss
On the mouth
And in my best behavior
I am really just like him
Look beneath the floorboards
For the secrets I have hid
Il disco l'ho recuperato ed è lì che aspetta.
Hai tralasciato di dire che sto pazzo vuole fare un disco dedicato ad ognuno dei 50 Stati d'America!
Stupenda. Leggete anche il testo, parla di un maniaco omicida realmente vissuto, nel finale, con il cambio di soggetto, si ha la vera epifania della canzone.
His father was a drinker
And his mother cried in bed
Folding John Wayne's T-shirts
When the swingset hit his head
The neighbors they adored him
For his humor and his conversation
Look underneath the house there
Find the few living things
Rotting fast in their sleep of the dead
Twenty-seven people, even more
They were boys with their cars, summer jobs
Oh my God
Are you one of them?
He dressed up like a clown for them
With his face paint white and red
And on his best behavior
In a dark room on the bed he kissed them all
He'd kill ten thousand people
With a sleight of his hand
Running far, running fast to the dead
He took off all their clothes for them
He put a cloth on their lips
Quiet hands, quiet kiss
On the mouth
And in my best behavior
I am really just like him
Look beneath the floorboards
For the secrets I have hid
Il disco l'ho recuperato ed è lì che aspetta.
Hai tralasciato di dire che sto pazzo vuole fare un disco dedicato ad ognuno dei 50 Stati d'America!
Last edited by Shaun on 10 Mar 2009 22:55, edited 7 times in total.
The better the singer's voice is, the harder it is to believe what they're saying.
Re: Sufjan Stevens
No, l'ho detto veramente che vuole fare un disco per ogni stato
Re: Sufjan Stevens
Mea culpa, ero lì che combattevo con il codice di youtube e ho letto di fretta.
The better the singer's voice is, the harder it is to believe what they're saying.
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Re: Sufjan Stevens
uno degli artisti che preferisco in assoluto, una voce unica e una sensibilità melodica incredibile.
come tutti gli Indie d'oggi, sottovalutato in quanto sopravvalutato e idolatrato da chi lo ascolta, il che annoia chi si accosta a lui.
ma resta uno dei più capaci in assoluto, spero nella svolta filoelettronica, sarebbe interessante
come tutti gli Indie d'oggi, sottovalutato in quanto sopravvalutato e idolatrato da chi lo ascolta, il che annoia chi si accosta a lui.
ma resta uno dei più capaci in assoluto, spero nella svolta filoelettronica, sarebbe interessante
La scena canadese caga in testa a tutte le altre.
Re: Sufjan Stevens
E' sopravvalutato e' vero, anche perche' del resto che ho provato (e ancora mi manca roba da recuperare) niente mi ha colpito eccessivamente. Pero' non e' strambo come gli Animal Collective, per intenderci, lo si esalta e lo si denigra per partito preso.
Con quei tre dischi lassu', comunque, si e' assicurato un posto nelle mie preferenze, e nel decennio corrente solo i gia' citati Patrick Wolf e Bon Iver mi avevano fatto questo effetto.
Con quei tre dischi lassu', comunque, si e' assicurato un posto nelle mie preferenze, e nel decennio corrente solo i gia' citati Patrick Wolf e Bon Iver mi avevano fatto questo effetto.
Re: Sufjan Stevens
A me piacciono entrambi, anche perche' hanno una sensibilita' diversa e quindi li scelgo in base al bisogno.
Il piu' grande difetto di Stevens, che Wolf sta evitando e spero evitera' anche in futuro, e' stato voler comporre continuamente senza sosta. Ora e' bene che per qualche tempo non sia uscito nulla.
Il piu' grande difetto di Stevens, che Wolf sta evitando e spero evitera' anche in futuro, e' stato voler comporre continuamente senza sosta. Ora e' bene che per qualche tempo non sia uscito nulla.
Re: Sufjan Stevens
Oggi mi e' arrivato originare Illinoise. Artwork fantastico, veramente.
Re: Sufjan Stevens
Quello poi l'ho ascoltato mentre facevo altro e direi che si merita altri ascolti, direi selezionati perchè ha un umore particolare.
Apprezzo il coraggio nel voler fare un disco cantautorale di 75 min poi, è un genere che io ho sempre preferito se limitato alla mezz'ora scarsa.
OT: Sempre parlando di cantautori americani, cosa ne pensate di Elliot Smith? Sembra molto quotato il suo Eiher/Or
Apprezzo il coraggio nel voler fare un disco cantautorale di 75 min poi, è un genere che io ho sempre preferito se limitato alla mezz'ora scarsa.
OT: Sempre parlando di cantautori americani, cosa ne pensate di Elliot Smith? Sembra molto quotato il suo Eiher/Or
The better the singer's voice is, the harder it is to believe what they're saying.
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