Futuro della musica Pop/Rock

a 360° su musica e cultura pop
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toolipano
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by toolipano » 01 Sep 2020 16:44

AFX wrote: 01 Sep 2020 16:15 Quali dischi di musica trap hai comprato, fammi capire, e facci vedere le prove!
Non capisco bene perché me lo chiedi, visto che di musica trap io non ho assolutamente parlato in nessuno dei miei post in questo forum. Io di musica trap non so niente! :lol: Poi è molto probabile che qualche pezzo di qualità ci sia persino in quel calderone lì: senza conoscere non voglio esprimermi.
Su reggaeton e musica latina in generale, invece, l'influenza su tante cose di altissima qualità uscite negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti: ascoltatevi il pezzo che ho postato sopra e se non vi piace siete veramente compromessi (tutto l'album è una bomba in realtà).
Ma poi pure questo è un pezzo reggaeton, per dire:

E a nessuno di voi verrebbe in mente di dire che è una merda!

Io ho fatto un discorso generico sulla musica contemporanea di qualità, che non solo esiste, ma è tantissima. Ho portato una lista di dischi piuttosto variegata a dimostrazione di quanto dico, più di questo che volete? Di solito parlo solo della musica che mi piace e che penso sia qualitativamente rilevante.
In generale, sono convinto che topic di questo tipo facciano solo del male e conducano verso un bias di conferma. Avete scritto un sacco di cose basate semplicemente su pregiudizi.

BuddyHolly
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by BuddyHolly » 01 Sep 2020 16:48

Il messaggio che vorrei comunicare non è che bella musica non esca, ma che la qualità musicale di oggi, nel marasma dove comunque qualcosa di buono esce, è veramente bassa e di scene e artisti stimolanti ce ne sono la metà della metà di solo 10 anni fa.

E questo come ho già scritto è dovuta alla decadenza socio-economica della società odierna, piatta, mercificata su ogni angolo. La stessa cultura è diventata merce fino al midollo, adatta solo per uso e consumo. Non sto dicendo che la musica degli anni 70-80-90-00 era più bella perchè mi piaceva di più, ma che si faceva musica in modo diverso, con fini diversi e con uno studio diverso.

BuddyHolly
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by BuddyHolly » 01 Sep 2020 16:50

toolipano wrote: 01 Sep 2020 16:44 In generale, sono convinto che topic di questo tipo facciano solo del male e conducano verso un bias di conferma. Avete scritto un sacco di cose basate semplicemente su pregiudizi.
Dire a prescindere che la scena musicale odierna è uguale in qualità a quella di 10 o 20 anni fa secondo me è una boiata pazzesca, ma sono opinioni ovviamente :D

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toolipano
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by toolipano » 01 Sep 2020 16:57

BuddyHolly wrote: 01 Sep 2020 16:42 Ammetto la mia ignoranza e di aver ascoltato meno della metà di quello che hai postato, e tanti possono essere anche bei dischi per carità, ma ti pongo la domanda: tra 10 anni quanti di questi dischi rimarranno? Quanti possono essere definiti capolavori? Quanti VERAMENTE ti esaltano, non che li giudichi belli, ma ti esaltano davvero?
Nei decenni passati (compreso il primo lustro degli anni 10) usciva di molto meglio perdonami, su ogni genere. Come ha detto rick anche alcuni generi importantissimi del millennio, come l'elettronica o il rap, non fanno uscire più roba come prima.
A posteriori è sempre più facile giudicare quali dischi sono dei capolavori. Senza la prova del tempo difficilmente avreste considerato capolavori tantissimi album di decenni passati che per voi oggi sono dei capisaldi e che date per scontati.
Fatta questa premessa, tra quelli che ho postato ce ne sono almeno 6-7 di cui sono abbastanza convinto parleremo tra diversi anni. A livello qualitativo e quantitativo non vedo differenze rispetto a tantissime altre annate del passato da quando sono un ascoltatore attento di musica.
Un discorso che si può certamente fare è sul venir meno di generi ben definiti e sulla scomparsa delle "scene musicali" così come le intendevamo fino a qualche anno fa. C'è molta più mescolanza e gli artisti stessi si muovono in ambiti molto vasti, trovando influenze provenienti da tutto il mondo, piuttosto che limitandosi a suonare quel genere di musica che va per la maggiore nella loro città in quel momento. Per questo ha anche poco senso scagliarsi contro dei generi!
Questa non è certamente un'evoluzione negativa, anche se capisco che per l'ascoltatore può generare confusione e disorientamento.

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toolipano
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by toolipano » 01 Sep 2020 17:01

BuddyHolly wrote: 01 Sep 2020 16:48 E questo come ho già scritto è dovuta alla decadenza socio-economica della società odierna, piatta, mercificata su ogni angolo. La stessa cultura è diventata merce fino al midollo, adatta solo per uso e consumo. Non sto dicendo che la musica degli anni 70-80-90-00 era più bella perchè mi piaceva di più, ma che si faceva musica in modo diverso, con fini diversi e con uno studio diverso.
Non voglio essere cattivo e sto cercando di essere costruttivo, ma questo è il classico argomento, a partire dalla notte dei tempi, che ogni dinosauro della propria epoca porta a sostegno della tesi di presunto decadimento artistico.

BuddyHolly
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by BuddyHolly » 01 Sep 2020 17:18

Allora sarò io che non ci sto capendo un cazzo che ti devo dire :D

Lexicon
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by Lexicon » 01 Sep 2020 17:23

Da profano mi viene da dire che ha ragione toolipano. Se parliamo di rock in senso stretto posso essere d'accordo sul fatto che non è paragonabile al passato, anche se ci andrei piano persino con un'affermazione simile.
Non ho le competenze per confermare o confutare l'argomento sociologico di BuddyHolly, e, per quanto possa essere vero o mettere in luce qualcosa di vero, l'ho già sentito in passato, magari declinato in maniera leggermente diversa. Come il dibattito sulla morte del rock. Io me lo ricordo da quando ero ragazzino e so che si faceva almeno dagli anni 80. Tra l'altro abbiamo un topic qui quasi identico.

Detto questo, simpatizzo con lo sfogo di rick, figuriamoci.

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Messer Dino Compagni
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by Messer Dino Compagni » 02 Sep 2020 12:02

Una sospensione sul giudizio qualitativo mi sembra appropriata. E comunque questo forum, per quanto eterogeneo, non rappresenta un campione sufficiente per trarne conclusioni (non penso ci sia nessuno nato oltre il 1999). Tra l'altro l'etichetta "pop" comincia a diventar confusa anche rispetto ad un passato prossimo. Cos'è pop oggi? Ci stanno anche la trap e il reggaeton con l'etichetta di popular?
Storicamente i forumisti della prima ora sono stati la prima linea di questo passaggio generazionale. Riempiendo di contenuti ciò che prima veniva collezionato o sbocconcellato un solo luogo a portata di click. Prima attraverso le informazioni e poi passando direttamente il contenuto visivo e musicale. Se ci pensate la voracità dell'enciclopedia dell'internet ha quasi immediatamente fagocitato la parte più vendibile (e più debole) della music industry: l'immagine, il videoclip. Neanche il tempo di provare l'ebbrezza della moneta unica che MTV era archeologia e il videoclip è diventato corollario dell'identità artistica, se vogliamo del booklet stesso. In seguito i supporti digitali hanno spezzato la continuità dell'ascolto e il genere è diventato una categoria utile per lo shuffle e gli algoritmi delle app. L'utilizzo massiccio dell'elettronica ha anche spostato l'asse percettivo rispetto all'artista. Non è più la band l'epifenomeno di un certo modo di intendere la musica live. Proprio ieri sera mi rivedevo su YT alcuni concerti grunge dell'epoca: Nirvana, PJ, Soundgarden, Alice in Chains, STP, RATM etc. Praticamente metà di quell'oceano di gente stava nel moshpit. Come minimo adesso ti sedano col taser al primo accenno di aprire la birra con l'accendino (Tool docet). E non che il dj non sudi, sia chiaro, ma è proprio un tipo di esperienza diversa e relative droghe diverse...
Distrutto il supporto (cd) mi sarei aspettato che anche l'idea stessa di "album", ovvero collezione di canzoni che per tematiche, tempistiche e stile sono contigue e vengono selezionate attraverso una tracklist decisa dall'artista, mutasse. E invece pare che anche per l'edonista di elettronica si rimanga in un nucleo creativo che ha bisogno di un'omega a chiudere l'alfa. Il concept, quindi, rimane ancorato all'ego dell'artista. Altra cosa da tenere in considerazione è che l'inglese, per chi come me proviene dagli anni '80, lo abbiamo imparato per gradi mentre oggi è una realtà consolidata nonché la lingua essenziale di internet. La cultura anglo-statunitense già stabile nella dieta di ogni bambino italiano sin dagli anni '60, è ora sovrapposta alla cultura di massa dominante, tanto da non esser più distinguibile. Quindi la trasmissione verbale è molto più diretta e comprensibile e diventa una ulteriore divisione rispetto a me come ascoltatore. Per me in una canzone sono importanti i suoni, le melodie, i timbri, i tempi e solo in un secondo momento mi metto ad ascoltare il contenuto verbale. Per un ascoltatore di hip-hop questo processo sinaptico è del tutto invertito. Sotto, in genere, una base che gioca sì coi suoni ma soprattutto i volumi e sopra il vero strumento musicale: le parole. C'è del genio, bisogna ammetterlo, ma non è sempre facile compiere questo salto per coglierne la complessità, o meglio, la profondità. Il ruolo sociale di musica di denuncia il rock l'ha decisamente lasciato in mano al rap/hiphop.
Succede meno nella musica elettronica dove la voce non è più il centro melodico del brano, ma un compendio, un altro suono aggiunto. Inutile negare che il ruolo sperimentale del rock è stato preso dall'elettronica ma è altrettanto inutile negare che il ruolo emotivo del rock non è stato sostituito. Trattandosi di due linguaggi diversi e sospendendo il giudizio generale (sarebbe come chiedersi se è meglio il russo o il finlandese), si può senz'altro inferire che l'intensità del rock anni '90 e inizio '00, ma anche la stessa idea che esistessero "scene musicali" come quella di Seattle, fanno parte di un'epoca con premesse non più attuali, anche a livello psicologico. Direi che persino le tematiche di denuncia in tempi così cinici renderebbero anche dei novelli Pearl Jam dei Nickelback di turno. Non che non si possa tornare a momenti più analogici ed istintivi ma se vogliamo un capro espiatorio siamo pure noi ad essere cambiati. E questo cambiamento prevede anche una certa quota di "mi sono lasciato vivere" e di "non ho avuto il coraggio di fare certe scelte". Vale per noi, vale per gli artisti mai diventati tali.

Ci sono due ambiti ancora liberi dallo scientismo burocratico che è ciò che soppianterà la democrazia vecchio stampo: morale ed esperienza spirituale. La prima pervade il come vuoi vivere la tua routine quotidiana della tua vita. La seconda regola le esperienze che vale la pena vivere (ed esserne consapevole). Come direbbe Maynard: non sprechiamo tempo.
Ruin has come not in fire nor in ashen rain
Only in turgid silence, hangin', flayed.

Try to lull us in before the havoc begins into a dubious state of serenity
Acting all surprised when you're caught in the lie
It's not unlike you

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rick81
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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by rick81 » 02 Sep 2020 12:48

Messere hai fatto come al solito un'analisi molto approfondita e precisa....secondo te la povertà culturale, l'ignoranza dilagante tra i giovani e non, un decadimento generale della morale e dei valori, incidono sul tipo di musica e la qualità o ricerca della stessa, o sono mondi separati?

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Re: Futuro della musica Pop/Rock

Post by AFX » 02 Sep 2020 12:49

E' da farne vari post sul sito.

A proposito, resta da sottolineare che per quanto non siamo più attivi da molto tempo, e per quanto le visite negli anni siano diminuite, ogniqualvolta postavamo articoli su gruppi anni '90 o residui degli anni '90, il numero di letture si impennava, soprattutto se si trattava di band rock-grunge-post/metal (il nostro target iniziale era quello). Abbiamo avuto un periodo con adamasio e denis che scrivevano di elettronica in cui, soprattutto all'apice del dubstep e dintorni, ricevevamo molti riscontri. Oggi siamo arrivati al punto che se non parli di Tool, Radiohead, Deftones, reunion degli ISIS, o se non vai coglionando RHCP e Dream Theater, la gente non apre nemmeno il link.
Del voto che metteremo all'album di Sufjan Stevens o ai Flaming Lips non interessa a nessuno. Figuriamoci se scriviamo di roba realmente indie o di elettronica oscura.

Secondo me è calata abnormemente l'attenzione sulla musica di qualità. Che ne esista ancora è ovvio, ma ormai la cultura e il modo di vivere la musica leggera (rock, pop, metal, perfino electro) che avevamo noi, non c'è più. Il rock sta diventando una corrente da seguire come il jazz o la classica, con la differenza che ci sarebbero ancora i festival, dove si riunisce più chi ama stare in mezzo alla gente che chi va esclusivamente perché ama la musica.

Noi qui continuiamo a pagare il dominio e a tenere in piedi DYR, ma a me pare palese che l'unica direzione che puoi prendere è quella alla Uncut - ovvero club degli ancora vivi dedicato ad anni '90 e '00.

Il rock è morto con David Bowie. C'è chi dice molto prima, chi nel 1991... a me pare che non ci sia più stato nulla di storicamente rilevante dopo il giorno in cui è morto Bowie.
Poi se vogliamo parlare di musica latina, e sia.
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