Amplifico il discorso che ho accennato prima. Che poi forse è una cosa che ho già scritto in passato, ma vabbé.
Da quello che ricordo io, in passato sì ok, c'era il passaparola, però l'opinione pubblica era spesso dettata dalla stampa di settore. I discorsi da film americano in cui una recensione di un giornale importante ti può stroncare o portare al successo era una cosa che succedeva (in maniera magari minore, ma non necessariamente) anche con la musica rock. I Beatles senza la copertura mediatica non sarebbero stati il fenomeno che sono stati, i Joy Division li ha scoperti NME, se Kurt Cobain non fosse stato così figo non sarebbe andato così spesso in tv facendo esplodere i Nirvana (e la sua testa qualche anno dopo), eccetera eccetera. Chiaramente parlo dell'estero, credo che in Italia siamo andati avanti di luce riflessa.
Il problema è che quando sono venute fuori le nuove testate online (punto primo, meno importante) e quando poi si è cominciato a non comprare più la vecchia stampa, facendole perdere completamente di rilevanza (punto secondo, molto più importante), tutto il castello di carte è andato a gambe all'aria. Qualsiasi rivista, online e non, preferisce avere in copertina i Green Day o gli U2, che gli garantiscono un numero ben più alto di copie vendute/accessi effettuati con relativi introiti pubblicitari, piuttosto che
un gruppetto esordiente. E secondo me il succo della questione sta tutto lì, lo vediamo anche noi con la nostra pagina FB, in cui basta postare una roba di 15 anni fa e i like si raddoppiano: se le pagine/riviste online/riviste offline maggiori hanno impression maggiori (e quindi guadagni maggiori) quando posti solo artisti già popolari, perché sforzarsi a pompare cose innovative ma magari per pochi? Piuttosto fai la recensioncina che non si caga nessuno così poi se il gruppo sfonda puoi dire di avergli messo 75 all'uscita del primo disco mentre fai i big like col disco della conferma (xx anyone?).
Se a questo aggiungi il voler fare a tutti i costi il bastian contrario tipico di alcuni ambienti retrogradi, hai i gruppi facebook di certe webzine in cui magari c'è anche un coraggioso che posta Coucou Chloe, ma ce ne sono 250 che postano Gazelle, Calcutta, I cani e altre robe di questo genere, quindi non si va da nessuna parte.
Almeno, questo è un po' come la vedo io dal punto di vista mediatico, poi secondo me il fatto che la gente non riesca a campare di musica è anche un po' una conseguenza di questo: se inizi, devi avere la botta di culo per poterti affermare anche solo temporaneamente.
Non so se ho scritto cose sensate.
Messer Dino Compagni wrote: ↑05 Oct 2017 17:07
Ma il risultato è che ciò che suona 2017 è grossomodo un pastiche reinterpretato di cose rubacchiate o ripescate dal passato.
Ma intendi nel rock o in generale?
toolipano wrote: ↑05 Oct 2017 16:00
sul concetto di "carica pop" non intendevo nulla di particolare, se non la capacità di scrivere bellissime canzoni (nel senso letterale della parola canzone). Che è a mio avviso quello che manca a gran parte della musica electro che piace a noi per sostituirsi definitivamente alla musica rock.
Ma perché la musica elettronica è (quasi sempre) un altro linguaggio, non si esprime in canzoni. Non ricordo in quale topic si parlava del fatto che quando uno apprezza qualcosa di musica elettronica è spesso un apprezzamento verso qualcosa di astratto. Il rock ha un linguaggio ben definito, che in in sessant'anni abbiamo tutti capito e fatto nostro, anche perché è molto più facile da decodificare (non solo la struttura intro+strofa+ritornello+strofa+ritornello+bridge+ritornello+outro). La dimostrazione è che anche quando si è arrivati a destrutturare quel linguaggio, noi eravamo molto più preparati a recepirlo: per noi GY!BE e Swans sono degli idoli. Ma anche gli Slint, ma anche i Bark Psychosis ecc ecc. Sarebbe un po' un azzardo, per molti di noi, dire che i dischi migliori di musica elettronica ci coinvolgono allo stesso modo di alcuni dei migliori dischi rock, e non intendono che ci coinvolgono di meno, intendo che le cose che mi danno piacere nell'ascoltare Untrue sono completamente diverse da quelle che mi danno piacere quando ascolto, boh, PJ Harvey per dire. E, ça va sans dire, tutto questo discorso rende la musica elettronica estremamente più elitaria della musica rock. Anzi, più che elitaria direi meno popolare, nel senso proprio di "adatta al popolo".
toolipano wrote: ↑05 Oct 2017 16:00
Tutti solisti peraltro: c'entra secondo voi il discorso che siccome di soldi ce ne sono sempre meno, allora conviene far da sé per non dover spartire il poco che ci si guadagna?
Non mi convince, questa cosa.