What Else Is There? aka La crisi

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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by AFX » 14 Jan 2018 09:28

rick81 wrote: 13 Jan 2018 19:12 Che pensate dei Japandroids in un contesto come questo?
Ok, hai trovato un’eccezione, ma vedi che sono in 2 che si ritrovano e suonano, non una band con vari strumentisti
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by simoirs » 14 Jan 2018 10:21

AFX wrote: 13 Jan 2018 18:37 Non sarà che le tecniche moderne ti portano a un risultato che di essenza rock ne mostra poca?
In effetti:

1) E' molto facile, oggi, pulire il suono di un disco un po' grezzo, e la tentazione viene a tutti. Togliendo il caso del pop/elettronica, in qualsiasi altro genere vai a togliere molta dell'anima che lo renderebbe memorabile, a patto di avere le canzoni.
2) Perchè investire 10,000 ore alla chitarra, poi trovare almeno altre due persone, poi investire altre ore in sala prove per suonare bene insieme, quando il computer ti fa buttare giù la tua idea, dandoti la possibilità di completarla con tutti gli strumenti che servono e magari di pubblicarla nel giro di poche settimane? E' poco rock ma più efficiente, e le canzoni suonano esattamente come vuoi tu, senza dover gestire le personalità degli altri musicisti.

La cosa affascinante è che siamo negli anni esatti in cui sta avvenendo questo cambiamento. Ogni discussione di questo genere è tremendamente attuale.

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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by AripRne » 14 Jan 2018 12:11

Secondo me la tecnica non c'entra un beneamato ragazzi. Se hai le palle e la voglia di investire tanto tempo un bel disco rock oggi lo puoi fare, anche se magari non rivoluzioni il sound a cui siamo abituati, mica tutti i dischi electro belli lo fanno, anzi. Inoltre ricordo: salvo alcuni che lavorano alla Steve Albini, oggi un disco rock è comunque ultraprodotto. Significa che in fase di mixing puoi farci tutte le porcate che vuoi, compreso trasformare qualcosa di suonato male in una cosa ascoltabile a forza di tagli e modifiche varie. Poi, dopo, la domanda è come suoni dal vivo: lì arrivi a capire cosa è stato aggiunto ad hoc, e cosa invece è l'anima pulsante (rock appunto) della band.

Sono però d'accordo con simoirs su un aspetto: l'investimento di tempo ed energie necessario a trovare gente che suoni con te, creare l'alchimia e tutto è diecimila volte superiore, perché bisogna creare una comunità di persone e accettare dei compromessi. Nell'electro basta che hai le macchine, il tempo e il cervello. E il Live è inesistente: basta fare play e crederci.

Detto ciò: un live vero e serio di un gruppo rock sarà sempre al di sopra, anche per chi non è ossessionato come noi. Non per una questione tecnica: è l'anima ragazzi. è il respiro, è il jazz: il fatto che prendi le tracce e ci fai quello che vuoi, ora, sul palco, in questo momento che diventa unico rispetto al disco e tutto quello che è stato prima di oggi. I Notwist lo fanno e si vede, giusto per fare il primo esempio che mi viene in mente. E i loro dischi sono (o almeno sembrano, non ho prove) ultraprodotti, ma live spaccano i culi. E chi non capisce questa cosa, di solito, sul palco annoia
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by Homunculus1510 » 14 Jan 2018 18:03

Io sinceramente non capisco questo appellarsi a "le tecniche moderne". Il problema non credo siano le tecniche, perché gruppi come Japandroids, Metz o prendete il nome che volete dal catalogo Sacred Bones, non penso che registrino con microfoni degli anni '70 in presa diretta in qualche chiesa sconsacrata.
Magari è solo un problema generazionale. Sappiamo che il rock è come il maiale, non si butta via niente, quindi così come nella prima metà dei 2000 sono tornati forte il post punk e la new wave, tornerà il rumore. Magari è una formula che non interessa a questa generazione, mica non è possibile fare dischi con quei suoni per una fantomatica incapacità di ingegneri del suono o quant'altro. Anzi, proprio perché ormai basta perdere un po' di tempo al pc per farselo da soli, il mastering, se uno vuole quel suono ruvido e grezzo ci riesce senza problemi. Oh, gli stessi Algiers non sono mica metà Fugazi e metà Coldplay, al massimo sono metà Fugazi e metà Jesus Lizard. Ce ne sono, è che ce ne sono pochi (e, come detta la mai troppo citata legge di Sturgeon, il 90% è cacca).
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by AripRne » 14 Jan 2018 18:24

Homunculus1510 wrote: 14 Jan 2018 18:03 non penso che registrino con microfoni degli anni '70 in presa diretta in qualche chiesa sconsacrata.
Magari è solo un problema generazionale.
Averli i microfoni anni 70, sarebbero da usare davvero. E una precisazione sulla presa diretta: se fai rock e non registri così hai già perso tanta resa, hai perso il groove, l’ascolto reciproco dei musicisti. Il fatto è che anche sulla presa diretta oggi puoi fare un lavoro infinitio, tanto si digitalizza tutto. Puoi anche registrare direttamente in analogico su un multitraccia per avere un suono retro, e poi digitalizzare, e poi rifare la compressione in analogico, se proprio vuoi.

Il problema io lo vedo più nel pubblico di fascia giovane, under 20. È lì che si crea il vuoto e merda e cioccolato si confondono pericolosamente. Per carità, non dico che anche noi non abbiamo fatto i nostri sbagli, ma io a 14 anni ascoltavo Queen, AC/DC e The Who, mica Fedez.
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by Homunculus1510 » 14 Jan 2018 18:46

AripRne wrote: 14 Jan 2018 18:24 io a 14 anni ascoltavo Queen, AC/DC e The Who, mica Fedez.
Dai però non riduciamoci a fare sti discorsi di merda da quarantenni che conoscono due nomi e li prendono come assioma.
I ragazzini che ascoltano rock anni 70 (di cui, per inciso, non parliamo sempre benissimo) ci sono ancora, solo che ovviamente non li vediamo perché i numeri grossi e le copertine e i post su facebook e gli articoli su repubblica non li fanno gli streaming degli ac/dc ma fedez che intorta la ferragni.
Avessi detto calcutta o i cani o cazzo ne so quale personaggio patetico dell'indie italiano, allora avrei potuto stare al gioco, ma così no.

E poi, consideriamo anche questo: se un ragazzino si sente più attratto da un Calcutta, o da Carl Brave o da Ghali, è possibile che sia anche per i riferimenti che fanno, per il fatto che loro sono effettivamente calati nell'attualità e nella realtà dei social, del linguaggio che usano i giovani oggi e tutto il resto. È una differenza culturale. Noi eravamo di una generazione che non si è fatta l'account su facebook a 14 anni, siamo cresciuti con le riviste e con un certo tipo di immaginario legato alla musica. Adesso le riviste non se le incula più nessuno, l'immaginario lo creano i social, quindi le robe di ribellione adolescenziale, fossero anche i Nirvana, sono decisamente fuori luogo, quantomeno per il grande pubblico. Anzi, paradossalmente mi sorprende anche il successo di Calcutta o dei Cani, che sono comunque della nostra generazione. Tommaso Paradiso è figo e quindi sarà sempre tenuto in considerazione, ma mi sorprende che la gente dell'indie abbia tutto questo successo mentre gente come la Dark Polo Gang non abbia innumerevoli cloni.
Poi non dimentichiamo una cosa: i ragazzini che ascoltano cose "alternative" in linea di massima non si fanno notare più di tanto sui social, non fanno notizia. Quando sono andato a vedere i Japandroids a Milano c'era un ragazzino di neanche 20 anni che si era fatto la nottata in pullman dalla Puglia per vederli. Non sono morti. Sono solo nascosti.
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by AripRne » 14 Jan 2018 19:49

Lungi da me parlar bene del rock anni '70 che è ora che muoia (anche se le sue suggestioni sulla musica presente non mi dispiacciono, tipo Zimple/Zyolek, Goat, certe cose degli Electric Moon), ho detto quello che facevo io, e all'epoca eravamo comunque in pochi a guardare in quella direzione piuttosto che ascoltare Neck, Tiziano Ferro e Ligabue. Però a un certo punto, dopo che il metal e quel rock mi avevano stufato, sono arrivato ai Tool, che per altri possono essere stati i Nine Inch Nails, i Motorpsycho. Quello che volevo dire è che alla musica che ascoltiamo noi ci arrivi passando per il rock anni 60-90, che siano i Pink Floyd, i Ramones, i Led Zeppelin, i Nirvana, eccetera. Non ci arrivi attraverso la trap, la Dark Polo gang e chi esce da X Factor, quella musica ti porta ad un circolo vizioso senza cambiamento, ed è quello che ascoltano gli under 18. Dall'EDM, se sei sveglio, puoi arrivare a Flying Lotus o Iglooghost, che comunque va benissimo, ma son mondi diversi. Se non hai una certa base rock fai fatica a goderti anche una cosa alla portata di tutti come i bei dischi dei QOTSA.

Per chiudere, hai ragione che ci sono le eccezioni, ma quello oltre che sacrosanto è anche normale, e penso non cambierà mai. Però oggi mi sembra che ci sia più omologazione ancora. Quando ero alle superiori anche solo il fenomeno metal/punk/emo/goth aveva un suo peso, e anche se le sue ragioni restavano frivole portava con sé una controparte musicale che viveva sempre dentro alla parola rock. Poi non sono certo qui a voler resuscitare i Bullet For My Valentine o gli Enter Shikari (ogni tanto incontro qualcuno che me li consiglia ancora caldamente purtroppo, ma convinto proprio), però per tutto il primo duemila era al rock che guardavamo, perché anche gente che aveva conquistato il mondo elettronico il decennio prima come Chemical Brothers e Prodigy di rock nelle vene ne aveva a quintali.

Però non dovremmo restringere la discussione al nostro mondo italiano, che ha sempre avuto, chiamiamolo un "problema", col cantautorato semplicione, cioè testo che ti fa immedesimare + canzone facile = successo senza frontiere. Ligabue è pure rock, però lo ascoltano tutti. Non avete idea di cosa ho passato negli ultimi 3 anni andando in giro a spiegare alla gente cos'è lo shoegaze, che la voce non si deve sentire.

Che l'immaginario culturale è diverso siamo d'accordo, ma sta generazione venuta su con High School Musical non è che la chitarra in testa non ce l'abbia. Le band rock di adesso a me non sembra che non lo stiano sfruttando a loro vantaggio il mondo dei social... cioè i Coldplay e i Red Hot piacciono anche quelli a tutti. Ed è rock. Che faccia cagare è un altro paio di maniche. Non lo so, sto lanciando pensieri a caso
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by simoirs » 14 Jan 2018 20:33

Per me no, è un discorso che facevano già i nostri genitori quindi figuriamoci: poppettari e persone più esploratrici sono sempre stati in rapporto 10:1. L'esplosione degli artisti elettronici e la diminuzione di quelli rock ci testimonia che i numeri sono sempre gli stessi, solo la maggioranza si sta spostando verso il primo genere.

Io la vedo così:

- Il nuovo Grace/The Bends/Superunknown/Fragile ecc.. non esce perchè il nuovo grande artista, con vere emozioni da trasmettere, a 16 anni ha scaricato Ableton e iniziato da lì.

- Chi suona ancora rock potrebbe tirare fuori un grande album ma non ha più il supporto delle case discografiche, che prendono le canzoni grezze (ricordate la storia di Nevermind?) e le correggono in modo da farle diventare commercializzabili. Oggi lo fanno con gli artisti elettronici, perchè sono semplicemente cambiate le mode.

Gli altri fanno come possono e spesso scelgono la strada più commerciale per andare sul sicuro. Royal Blood e Wolf Alice 20 anni fa potevano fare grandi cose, e riprendendo chi parlava di registrare in chiese sconsacrate, i WU LYF sono l'ultimo vero gruppo che avrebbe potuto tirare giù il mondo. Il cantante lasciò dichiarando che andando avanti avrebbero perso la loro innocenza (tradotto: i soldi dell'etichetta se non si fossero subito ammorbiditi).

Per fare i grandi dischi hai anche bisogno di spalle coperte, e il rock non le ha più.

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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by AripRne » 14 Jan 2018 20:49

simoirs wrote: 14 Jan 2018 20:33 Per fare i grandi dischi hai anche bisogno di spalle coperte, e il rock non le ha più.
però è anche vero che con uno studio di registrazione attrezzato e tutto il tempo del mondo un disco perfetto lo puoi fare senza aver bisogno della Domino, le spalle coperte ti portano invece alla diffusione planetaria, ma noi ascoltiamo cose che sono lungi dall'essere di massa. Prendi i canadesi di Montreal, si sono costruiti un nome a forza di non stare alle regole della grande discografia. Per citare gli ultimi due sfornati, Luciferian Towers è un gran disco ma non tocca gli apici dei GYBE, mentre Fuck Off Get Free We Pour Light On Everything per me è un vero capolavoro...

Quello che dici invece sul vero artista che ha cominciato scaricando Ableton ha moltissimo senso. Perché svenarsi nella direzione rock quando, se ho qualcosa da dire, posso farlo così, e senza dover rendere conto a nessun altro?
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by dissonance » 15 Jan 2018 00:09

Homunculus1510 wrote: 14 Jan 2018 18:46
AripRne wrote: 14 Jan 2018 18:24 io a 14 anni ascoltavo Queen, AC/DC e The Who, mica Fedez.
Poi non dimentichiamo una cosa: i ragazzini che ascoltano cose "alternative" in linea di massima non si fanno notare più di tanto sui social, non fanno notizia. Quando sono andato a vedere i Japandroids a Milano c'era un ragazzino di neanche 20 anni che si era fatto la nottata in pullman dalla Puglia per vederli. Non sono morti. Sono solo nascosti.
Su questo, avendo 18 anni, posso dirti che hai perfettamente ragione. Sul mio account Instagram l’unico riferimento a ciò che ascolto è una foto relativa a Person Pitch.

Ah, già che ci sono.. secondo voi gente come me, quindi Under 20, dovrebbe promuovere sui social il proprio “io” musicale? Sia chiaro, non me ne sono mai fatto un problema (e ci mancherebbe), però vedo individui che non si sentono soddisfatti se non condividono roba del genere. Sarò io quello strano, però non ne sento la necessità

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