What Else Is There? aka La crisi

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toolipano
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Re: What Else Is There? aka La crisi

Post by toolipano » 08 Jul 2020 11:24

BuddyHolly wrote: 07 Jul 2020 15:46 "Viene da pensare che tutti quegli stereotipi, quei tratti negativi che vedono gli italiani come un popolo di attendisti, di persone pigre, nullafacenti sempre impauriti dal cambiamento reale, altro non sia in realtà che espressione della cultura e della realtà proprie dei borghesi. La cultura popolare in effetti ha sempre espresso valori opposti ed esperienze di natura diametralmente contraria. Ed è un dato di fatto che l’avanzata nazionale e internazionale dei movimenti di classe organizzati nei decenni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale abbia imposto anche nei paesi capitalisti una società con più possibilità per le classi popolari, che ha permesso l’accesso a grandi carriere artistiche anche a ragazzi nati nei quartieri proletari, che portavano quindi con se in maniera più o meno cosciente la cultura nella quale erano nati e cresciuti. Una conquista di cui oggi possiamo riconoscere senza illusioni tutta la sua precarietà, dato che dopo la sconfitta del movimento operaio negli anni ’80 (e il progressivo scollamento tra i lavoratori e le organizzazioni) la possibilità per un giovane proletario di vivere delle proprie capacità artistiche – dal cinema fino alla pittura sino a tutti i campi della produzione artistica – è progressivamente scomparsa.

Non è un mistero per nessuno che oggi giovani pittori, attori, registi o musicisti professionisti hanno enormi difficoltà per sostentarsi all’interno del proprio percorso artistico, tanto che la maggioranza di questi ormai provengono necessariamente dalla classe privilegiata. L’unica che può permettersi il sostentamento senza altri fonti di reddito. Questo produce una importante selezione di classe alle carriere artistiche, e i risultati li vediamo. Una cultura che ristagna, che al pari della società borghese non riesce ad esprimere nulla di diverso dalle masturbazioni mentali dei borghesi, obbligando un popolo intero ad assistere a queste rappresentazioni di una cultura morente ripiegata su se stessa, ad interagire con essa nonostante l’evidente scollamento con l’esperienza reale di milioni di uomini e donne. Penso sia ormai innegabile che una selezione di classe sempre più stringente in campo artistico ci priva del contributo di tanti, l’impossibilità di esprimere al massimo le proprie potenzialità tecniche e la propria cultura popolare di origine è nei fatti il principale ostacolo per lo sviluppo e l’affermazione di tanti ottimi professionisti e anche di potenziali geni, capaci di portare avanti il progresso artistico nel proprio campo all’interno del legame tra realtà ed espressione."

Preso da un articolo in rete sulla morte di Morricone. Che ne pensate? Potrebbe ssere una causa della moria musicale e artistica di questo periodo?
Mi sembra un discorso campato per aria: prendi la black music, per fare un esempio. Lì sono quasi tutti dei neri che provengono da quartieri popolari e da famiglie allo sbando. O se parliamo di tanta musica che piace a noi i costi di accesso sono minimi: alla fine basta un laptop per produrre grande musica oggi.
Poi, più in generale, parlare di "moria artistica" è completamente falso. Ok, la musica rock ristagna da anni, ma non è che esista solo quella.

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