Converge & Chelsea Wolfe – Bloodmoon: I

Converge & Chelsea Wolfe – Bloodmoon: I

A certa critica non sta piacendo, ma per quanto ci riguarda, speriamo che Bloodmoon: I stia a significare che ci sarà un secondo capitolo del progetto, perché questa prima collaborazione fra i radicalissimi Converge e la regina del dark folk Chelsea Wolfe a noi pare funzionare benone.

Al momento non ci rendiamo conto di come possano accoglierlo i fan duri e puri della formazione di Boston, perché Bloodmoon: I è chiaramente qualcosa di diverso e distante rispetto al resto della discografia, sia perché gli spazi creati per la Wolfe dirottano il tragitto su coordinate oscure più consone allo stile della nostra dark lady preferita (un esempio su tutti: Scorpion’s Sting), sia perché la performance di Jacob Bannon sorprende al punto che ci rimani scioccato, andando ben oltre l’esperienza come Wear Your Wounds che pure ci aveva convinti.

Avrebbero potuto chiamare questo progetto con un altro nome, ma in fin dei conti questo è un aspetto secondario, che sinceramente ci interessa poco dibattere.

Certo è che i Converge ce li senti eccome, con la proverbiale produzione di Kurt Ballou a ricavare il sound desiderato. C’è ovviamente tanta Chelsea Wolfe, con il fido collaboratore Ben Chisholm, e c’è il caro vecchio Stephen Brodsky (al quale forse sarebbe ora di rendere un giusto tributo, essendo personaggio importantissimo della scena post hardcore), a recitare una parte rilevante nell’intero lotto. Fondamentale ad esempio in Crimson Stone, brano in cui assieme a Bannon risponde alla voce della chanteuse noire, con i Converge ad accompagnarne la marcia spettrale. Forse il vertice dell’albo.

Ecco, i momenti in cui domina la Wolfe potrebbero incastonarsi benissimo anche in uno qualsiasi dei suoi ultimi lavori. Pensiamo alla conclusiva Blood Dawn, a Daimon, e alla stessa Scorpion’s Sting.

Ma ci sono anche le bordate dei Converge (Viscera of Men e Tongues Playing Dead in particolare) e perché no, i Cave In in pezzi come Failure Forever (proprio lì a metà strada tra Jupiter e Antenna) o Flower Moon.

E soprattutto ci sono quei brani dove la risultante dello sforzo collaborativo – iniziato nel tardo 2019 negli studi di Salem, Massachusetts dove risiede il quartier generale di Ballou – porta a qualcosa di realmente nuovo, come Lord of Liars, o di perfetta fusione tra gli stili e le poetiche degli artisti in gioco.
Un’ora di gran bella musica per noi che crediamo in un post hardcore e post metal capace di evolversi ed ibridarsi restando vivo, anche se certo non adatta a tutte le stagioni. Ci ha ricordato la bella collaborazione tra Thou e Emma Ruth Rundle dell’anno scorso, anche se qui c’è inevitabilmente molta più carne al fuoco.

Dunque diffidate dalle critiche negative e dategli un’opportunità, perché questo Bloodmoon: I è un disco serissimo, da avere sia se si è fan dei Converge, sia se ormai si è divenuti affezionati di Chelsea Wolfe.

Aspettiamo il seguito!