I Red Fang nell’ambiente metallurgico godono ormai di una certa popolarità grazie alle travolgenti esibizioni live e a una discografia tutto sommato discreta. Whales and Leeches è infatti il terzo lavoro della band di Portland e conferma non solo quanto di buono fatto sentire finora, ma anche quanto continui ad essere immutato il mondo sludge/stoner del 2013, a parte qualche raro esempio. I buoni momenti ci sono – basti ascoltare le sabbathiane “Crows in Swine” o “Dawn Rising” – alternati però a composizioni a volte stucchevoli e ruffiane. Più che avvicinarci ai Clutch di Earth Rocker, tanto per citare un esempio di classe superiore, sembra di risentire gli echi di lavori come The Hunter dei Mastodon o Ultraviolet dei Kylesa. Whales and Leeches entra a conti fatti nella cerchia dei lavori destinati a una certa fetta di pubblico, con buone idee non sempre sviluppate adeguatamente, nonostante l’indubbia spontaneità e la scorrevolezza del lotto. L’accessibilità non deve sacrificare l’ispirazione e l’innovazione, altrimenti si rischia di finire nel dimenticatoio degli ascolti da momenti birra in compagnia. Il tempo per evolversi c’è sempre: ad maiora.